ATTUALITA'

07/06/2023

Wiener Zeitung, chiusa l’edizione cartacea del più antico giornale del mondo

Da Italia Oggi, articolo firmato da Roberto Giardina.

Sta per morire il Wiener Zeitung, il più antico giornale al mondo. Dalla fine di giugno continuerà nell’edizione online, ma è un’altra cosa. Ed è anche una notizia errata. Sarebbe battuto dalla Leipziger Zeitung, che uscì a Lipsia il primo luglio del 1650, e superato dal più antico giornale italiano, la Gazzetta di Mantova, apparso nel 1664. Io scrivo pure per Il Resto del Carlino, nato il 21 marzo del 1885, e devo spiegare ai tedeschi il perché si chiami in questo strano modo. Quando usci non aveva nome, e al mercato i venditori chiedevano ai clienti: invece del resto del carlino (una moneta), perché non prendete questo foglio? E nel 1967 mi fu offerta una gratifica per il centenario de La Stampa, dove ero in squadra al desk degli esteri. Perché dunque ricordare il o la Wiener Zeitung, giornale in tedesco è femminile, anche se non è il più antico quotidiano al mondo?

Ma scompare in Austria, dove la stampa si trova ancora in una situazione invidiabile, giudicata dall’Italia e perfino dalla Germania. Le pubblicazioni, tra quotidiani, settimanali e periodici, sono 277, e vendono quattro milioni e 200mila copie, su poco più di nove milioni di abitanti. I quotidiani sono sedici, quasi tutti con pagine regionali, i settimanali 230. I lettori sono oltre il 52%, se si conta a partire dai 14 anni. Noi siamo intorno al milione e mezzo, quasi ultimi in Europa, per fortuna superati verso il basso dalla Grecia.

A Roma, alla mia ultima visita, ho scoperto che sono morte altre due edicole nel mio quartiere. Verranno trasformate in spaccio di souvenirs per turisti.

A Vienna ancora quasi in ogni storico caffè i giornali sono a disposizione dei clienti conservati nelle stecche di legno. E il cameriere non si spazientisce se leggi la tua copia consumando appena un caffè. Anche a Berlino, ti offrono i quotidiani in tre caffè del centro.

Secondo una statistica, il 42% degli austriaci legge un quotidiano ogni giorno, il 14% mai. E il 74% legge anche le pagine pubblicitarie, anche gli annunci sono una notizia. E questo rimane un buon segno per la stampa. Qualcuno lamenta che la pubblicità metta in pericolo la libertà d’informazione. Vero, ma fin dagli inizi inevitabile.

Il popolare Kronen Zeitung vende 817 mila copie, per fare un confronto con la popolazione italiana, bisognerebbe moltiplicare quasi per sette. È un livello mai raggiunto da un nostro giornale pur nei tempi d’oro. La Kleine Zeitung arriva a 288 mila copie, il Kurier a 161mila. Heute è un giornale gratuito e raggiunge oltre 600 mila lettori.

Die Presse (La Stampa), uscì per la prima volta nell’anno delle rivoluzioni, il 1848, è un giornale compassato e serio, e vende 74mila copie. In un lontano passato, ero uno degli abbonati, come corrispondente da Bonn mi occupavo anche dell’Europa dell’Est, e Die Presse aveva corrispondenti in ogni capitale al di lá della Cortina di Ferro, da Bucarest, a Budapest, a Praga come ai tempi di Francesco Giuseppe. In complesso, la stampa austriaca avrebbe perso nell’ultimo anno il cinque per cento della tiratura.

Il Wiener Zeitung vende in edicola appena 8 mila copie, gli abbonati sono 6.600. Apparve l’otto agosto del 1703, come Wiennerisches Diarium, diario viennese, e sul primo numero apparve la notizia di scontri a fuoco con reparti francesi sul Lago di Garda, e si informò che il Kaiser, durante una partita di caccia in Ungheria, aveva abbattuto alcuni cervi di grossa stazza.

L’editore e direttore era Johan Babtist Schönewetter (1671- 1741), lo stampava in casa, e aveva un solo redattore. L’abbonamento per un anno costava 12 gulden, lo stipendio di un medio impiegato statale arrivava a 100.

Dal 1812 cominciò a venir controllato dallo Stato, era considerato quasi una gazzetta di Corte. Oggi la proprietà è dello Stato, che lo usa da anni per pubblicare i suoi annunci, come una sorta di Gazzetta ufficiale. Il bilancio è di 24 milioni di euro, e vengono quasi totalmente dalle sovvenzioni pubbliche. Ma lo Stato è attento a distribuire la sua pubblicità a pioggia su tutti i quotidiani e settimanali. Chi è critico verso il governo riceve, ovviamente, di meno.

Credits

La fotografia è di Ylanite Koppens.

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