Il Sole 24 Ore condannato per comportamento discriminatorio verso una giornalista
«Una giornalista “letteralmente espropriata del contenuto centrale delle sue mansioni” in occasione del suo periodo di maternità obbligatoria. Un periodo particolarmente delicato per tutte le mamme e, in questo caso, per una collega, che è stato usato “svuotando il ruolo e la professionalità” e “relegandola al ruolo di mera correttrice di bozze”. Una situazione, durata “ad oggi oltre 26 mesi”, sulla quale non ci sono stati interventi, nonostante “le notevoli sollecitazioni” verso il caporedattore competente e verso il direttore responsabile. Una società che “ha ritenuto di non dovere modificare la linea intrapresa durante l’assenza della ricorrente nel periodo della maternità”. Non parliamo, purtroppo, dell’Italia degli anni ’50, ma citiamo solo alcuni significativi passaggi di una sentenza del tribunale di Milano, con la quale Il Sole 24 Ore il 24 luglio scorso è stato condannato all’immediata cessazione di un comportamento discriminatorio nei confronti di una nostra collega, oltre a un importante risarcimento dei danni professionali e d’immagine». È quanto scrive, in una nota pubblicata anche sul sito web del giornale venerdì 28 luglio 2023, il Comitato di redazione del Sole 24 Ore e come riporta Fnsi. Di sentenza «lunare» parla Mirja Cartia d’Asero, ad del Il Sole 24 Ore spa, che nella replica al Cdr annuncia: «Proporremo tutte le azioni giudiziali per sovvertirla in quanto riteniamo vi siano numerosi profili non ancora adeguatamente valutati dal giudice».