Carcere per i giornalisti: in Italia insorgono le opposizioni
L’ipotesi del carcere per i cronisti fa insorgere le opposizioni in Parlamento e divide la stessa maggioranza. I distinguo arrivano subito dopo la presentazione in commissione Giustizia, mercoledì 10 aprile 2024, degli emendamenti al ddl Diffamazione a firma del senatore di Fratelli d’Italia, e relatore del provvedimento, Gianni Berrino.
A prendere le distanze sono sia il capogruppo di FI in Commissione, Pierantonio Zanettin, sia la presidente della Commissione Giulia Bongiorno (Lega). Contro la detenzione per i cronisti anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, come riporta Fnsi.
Allarmata la Federazione europea dei giornalisti che, insieme con la Ifj e le associazioni partner della Piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo, annuncia l’imminente pubblicazione di un alert in tema di diffamazione corredato da una serie di richieste che vanno nella direzione opposta a quella verso cui vorrebbero portare gli emendamenti.
Mentre Reporter Senza Frontiere, che fra l’altro punta il dito contro la previsione dell’interdizione dall’attività professionale, chiede alla maggioranza di governo di conformarsi alla raccomandazione del Consiglio d’Europa sulla lotta alle azioni legali bavaglio e di approvare un disegno di legge che non preveda sanzioni detentive o sproporzionate. «Il diritto di difendersi dalla diffamazione è legittimo, ma non deve mettere la museruola alla libertà di stampa», rileva Pavol Szalai, responsabile dell’ufficio Unione europea e Balcani di Rsf.