Sciopero giornalisti Rai, Usigrai e Fnsi: «Attacco ai diritti costituzionali»
Sciopero dei giornalisti Rai di 24 ore, lunedì 6 maggio 2024. Dopo le polemiche della vigilia, con lo scontro tra Usigrai e azienda, le ragioni dell’astensione dal lavoro sono state ribadite in un comunicato letto durante le principali edizioni dei telegiornali del servizio pubblico.
«Scioperiamo – spiegano i giornalisti – perché nel piano industriale Rai l’informazione è la grande assente, il ricambio tra giornalisti pensionati e nuovi assunti è bloccato dall’azienda che non bandisce una selezione pubblica per il reclutamento trasparente dei giornalisti e preferisce le chiamate dirette a partita Iva, alimentando nuovo precariato senza stabilizzare l’esistente. Inoltre gli strumenti per consentire il nostro lavoro quotidiano subiscono continui tagli, il premio aziendale di risultato è stato disdettato ai giornalisti, ma di fatto non viene equiparato a quello degli altri lavoratori. Scioperiamo per difendere l’autonomia e l’indipendenza del servizio pubblico radiotelevisivo dal controllo pervasivo degli spazi di informazione da parte della politica. Continueremo a batterci per assicurare ai voi telespettatori il diritto a essere informati in modo equilibrato, affidabile e plurale. Saremo sempre dalla parte dei cittadini a cui appartiene la Rai».
Nel giorno dello sciopero si è anche tenuta una conferenza stampa nella sede della Stampa estera alla quale hanno partecipato il presidente della Fnsi Vittorio di Trapani, il segretario dell’Usigrai Daniele Macheda, il conduttore di ‘Report’ Sigfrido Ranucci e la conduttrice di ‘Che sarà’, Serena Bortone.
Per Di Trapani, «il rischio, che stiamo denunciando da tempo, è di una deriva ungherese che riduca la libertà di stampa e di espressione. Mentre l’Ue approva l’European Media Freedom Act, a tutela della libertà e sicurezza dei giornali, l’Italia va esattamente nella direzione contraria. Più che guardare a Bruxelles, l’esecutivo guarda a Budapest».
Nel corso dell’incontro alla Stampa estera, il presidente Fnsi ha aggiunto che «l’Italia, come dimostra il rapporto di Rsf, è passata nella zona problematica della classifica sulla libertà d’informazione. Lo sciopero di oggi è un atto di coraggio. Non parliamo solo di libertà di stampa e dei giornalisti, esiste un attacco ai diritti costituzionali».
Per il segretario Usigrai, Daniele Macheda, «i motivi dello sciopero sono di natura industriale. Non abbiamo trovato ad esempio una riga sull’informazione nel piano industriale, salvo poi scoprire che volevano accorpare le testate senza confronto con il sindacato. C’è però anche un aspetto relativo all’indipendenza e autonomia dei giornalisti. Sono successe cose che non fanno ben sperare». Macheda ha citato casi come quello di Rainews e ricordato la vicenda Scurati, nonché gli attacchi a Report.
Il segretario Usigrai ha poi risposto a una domanda sulla possibilità che le principali edizioni dei tg Rai possano andare in onda nel giorno dello sciopero. «Verificheremo se non ci sono state violazioni del diritto di sciopero e vedremo che prodotto riusciranno a fare. Verificheremo con i Cdr quello che succede, non c’è nessuna preoccupazione. Sappiamo che è un tentativo che l’azienda stava facendo. L’importante è capire quanti colleghi hanno aderito allo sciopero», ha detto.