ATTUALITA'

04/07/2024

Nel nuovo Cda c’è Gandolfo: «Uniti per la categoria»

Sono i cinque componenti del Consiglio di amministrazione dell’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti lavoratori autonomi, eletti nel corso dell’Assemblea dei delegati riunita a Roma mercoledì 3 luglio 2024: Stefano Gallizzi, Giuseppe Gandolfo, Roberto Ginex, Massimo Marciano, Mattia Motta.

Durante la riunione si è votato anche per eleggere il coordinatore del Consiglio di indirizzo generale, carica andata alla collega Patrizia Pennella.

Il Cda rimarrà in carica quattro anni. Alla prima riunione, il nuovo organismo sarà chiamato a eleggere al suo interno il presidente.

Con Beppe Gandolfo, storico corrispondente televisivo in Piemonte e consigliere Nazionale Fnsi per la Subalpina, abbiamo commentato le sfide che aspettano l’istituto: «È una grande gioia, ma anche una grande responsabilità; oggi l’Inpgi rappresenta quasi tutti i giornalisti perché i dipendenti sono meno di un tempo in Italia. Attualmente l’Inpgi infatti ha 46mila associati, tra cui collaboratori, co.co.co, partita Iva, ovvero tutti coloro che lavorano sul campo tutti i giorni e non hanno più un’assunzione vera e propria e di conseguenza non hanno una tutela aziendale».

«Le sfide più grosse sono due: cercare con tute le modalità possibili di poter aumentare le pensioni, anche se non possiamo farci nulla come Inpgi, se non chiedere al parlamento. Le pensioni sono basse oggi, nonostante i contributi versati; da parte nostra per cui ci sarà la maggior pressione possibile sulle forze politiche. La seconda sfida è quella di poter garantire maggiori servizi, con convezioni o rimborsi sulle spese mediche, per esempio. La volontà quindi è quella di cercare di allargare il più possibile il panorama di servizi, perché abbia un senso ancora maggiore versare la quota».

«Concludo dicendo che la mia elezione è frutto anche dell’esempio Piemonte, dove portiamo avanti una campagna unitaria come categoria. Il tema è che siamo tutti sulla stessa barca per salvare un istituto previdenziale che deve garantirci il futuro; per farlo dobbiamo lavorare tutti insieme, in modo che tutto sia sempre all’unanimità e condiviso, perché le divisioni non servono a nulla. Siamo in un momento in cui è importante essere uniti per andare avanti nella stessa direzione, per il bene della categoria».

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