Fnsi in Senato: «Evitare che l’algoritmo sostituisca i giornalisti»
La Fnsi è stata udita martedì 23 luglio 2024 davanti all’8ª e alla 10ª commissione del Senato sul Ddl del governo in merito all’utilizzo dell’intelligenza artificiale. «Ci battiamo affinché l’algoritmo non sostituisca i giornalisti nelle redazioni» ha detto la segretaria generale della Fnsi, Alessandra Costante. «Come si legge nel comma 2 dell’articolo 10 l’utilizzo dell’Ai non può essere in contrasto con la dignità umana. Ciò significa, calato nel nostro contesto di riferimento, che all’interno delle redazioni non è possibile consentire l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale generativa finalizzata a sostituire il giornalista, perché non soltanto si arriverebbe al paradosso che l’IA non si configurerebbe più alla stregua di uno strumento per aiutare, migliorare, affiancare l’attività e la creatività del giornalista professionista, ma, appunto, per sostituirlo. In sostanza, il giornalista professionista verrebbe “rimpiazzato” dall’algoritmo».
Costante ha poi ricordato che «il giornalismo professionale tutela il cittadino da fenomeni di corruzione e di malaffare, e dunque protegge quella pari dignità sociale, diritto di rango costituzionale, il cui raggiungimento passa anche dalla garanzia che l’articolo 21 della Costituzione riconosce alla libertà di espressione e al diritto di informare e di essere informati. In secondo luogo, siamo contrari perché riteniamo che svuotare le redazioni di giornalisti professionisti recherebbe un danno irrimediabile proprio a quello Stato di diritto, a quei principi costituzionali e a quei diritti fondamentali che, in linea di principio, con questo disegno di legge si vorrebbero tutelare. Saremmo in grado di difenderli se consentissimo la diffusione di fake news, disinformazione, notizie non verificate? Non penso».
L’auspicio Fnsi è che «si dia piena e completa attuazione al disposto dell’articolo 12 del disegno di legge, di cui oggi stiamo discutendo, al fine di rendere effettiva la disposizione normativa per cui l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali è consentito esclusivamente per esercitare attività strumentali e di supporto all’attività professionale».