Accoglienza e migrazioni, due festival per usare le parole giuste
Saranno pubblicati tra qualche giorno sulla nostra piattaforma i nuovi corsi di formazione organizzati dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, un’offerta che sarà ampia, variegata e diffusa sul territorio. Ottobre sarà per molte ragioni un mese importante: come ormai tradizione consolidata, arriveranno a Torino le giornate conclusive del Premio Morrione e nella stessa settimana saranno consegnati anche i premi Pestelli e Schiavazzi. Inoltre, stiamo lavorando a un altro grande appuntamento del quale a breve daremo notizia e che renderà ancora più ricca la settimana dal 21 al 26 ottobre nella quale i giovani giornalisti saranno al centro dell’attenzione. Non è ancora il festival che stiamo cercando di far nascere nella nostra regione, ma un ulteriore passo in questa direzione.
Intanto però altri appuntamenti frutto delle partnership che abbiamo avviato con enti e istituzioni locali stanno prendo il via e arricchiscono l’offerta formativa. È il caso del “Festival dell’accoglienza” e del “Festival delle Migrazioni”, manifestazioni che affronteranno da diverse angolazioni una delle questioni centrali per il futuro dell’Italia e dell’Europa.
Non spetta naturalmente all’Ordine dei Giornalisti indicare quale sia la strada migliore da seguire per affrontare vicende complesse che richiedono una piena assunzione di responsabilità da parte della politica, tuttavia credo che per i giornalisti, quando si parla di stranieri, siano doverose quantomeno due attenzioni.
La prima riguarda le parole che vengono utilizzate per raccontare il fenomeno. Non è superfluo sottolineare ad esempio che un richiedente asilo si trova in una condizione diversa rispetto a un beneficiario di protezione, così come a spingere nell’irregolarità possono essere vari fattori tra di loro anche molto diversi. Usare le parole corrette per descrivere la posizione nella quale si trova uno straniero, oltre che rispettoso nei suoi confronti, è indispensabile per consentire all’opinione pubblica di formarsi un’opinione documentata.
La seconda attenzione riguarda la conoscenza delle leggi. La condizione giuridica delle persone, che è determinata dalle norme del paese nel quale si trovano, può essere decisiva nello scrivere il loro destino: ne va della possibilità di lavorare regolarmente o meno, così come di accedere al sistema sanitario o di beneficiare di qualche forma di assistenza. Si tratta di elementi che nessun giornalista può ignorare, a prescindere dall’opinione che abbia in materia.
I due festival, “Accoglienza” e “Migrazioni”, ci aiuteranno ad avere una bussola sempre a disposizione per raccontare temi e persone che continueranno a essere protagonisti delle nostre cronache. Farlo utilizzando le parole giuste è nutrimento e cura essenziale anche per la nostra democrazia.
Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte