report digitale 2023
ATTUALITA'

12/04/2023

Report sul giornalismo digitale

È stato presentato in questi giorni il report 2023 sul giornalismo digitale a cura dell’Osservatorio sul giornalismo digitale, con l’obiettivo di indicare percorsi e tendenze che a livello globale si riverberano nell’ecosistema informativo nazionale e locale

di Eugenio Giannetta

Nel mondo del giornalismo attuale il web è senz’altro entrato a far parte della normalità, diventando a tratti e con forza il vero protagonista dell’informazione contemporanea, nonché lo strumento su cui la maggior parte dei media, anche quelli più tradizionali, sta scegliendo di investire per il futuro, tuttavia, grandi opportunità a fronte di nuovi strumenti e nuove tecnologie richiedono un’ampia comprensione di uno scenario che è in continua evoluzione, anche per acquisire nuove competenze e professionalità.

Nella prefazione al report, Carlo Bartoli, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, parla di «multiformità di opportunità in continua evoluzione», e aggiunge: «L’ecosistema digitale offre la possibilità a tutti di parlare a tutti, o almeno offre questa illusione. Ognuno può cercare un palcoscenico per dire la propria, così come milioni di soggetti riversano nel web e nei social materiali informativi di ogni tipo. Senza disconoscere le grandi opportunità della rete, non possiamo ignorare gli effetti distorsivi che avvengono sui social media. Viviamo in un gigantesco mercato mondiale dei dati personali gestito dalle grandi piattaforme che sfuggono, di fatto, a qualsiasi regola, perfino di natura fiscale. Detto questo – continua il presidente – occorre riposizionare la figura del giornalista rispetto ai nuovi scenari che si sono aperti».

I temi affrontati nel report

Tra gli approfondimenti tematici affrontati nel report, oltre a un focus sul pluralismo a cura di Davide Bennato, consulente scientifico dell’Osservatorio, è stato messo in evidenza in particolare il rapporto tra giornalismo e intelligenza artificiale, gli effetti del digitale sulle strategie dell’industria italiana dei quotidiani, le regole di internet in rapporto alla libertà di espressione così come al diritto all’oblio e la fiducia della comunità rispetto al ruolo del giornalismo nella nostra società e all’esplosione di opinioni a basso costo, che rischiano di soffocare la credibilità basata sui fatti, oltre che instaurare un sistema di lavoro per i colleghi non più basato sulla qualità, sull’affidabilità e la ricerca ma sulla quantità, la rapidità e la non verifica delle fonti.

Nel report si parla inoltre di data journalism e di come questo sia diventato a tutti gli effetti una frontiera dei nuovi paradigmi di comunicazione e delle prospettive legate alla produzione di notizie, ma allo stesso tempo: «la crescente datificazione della società – scrive nel report Colin Porlezza, Senior Assistant Professor di Giornalismo Digitale all’Istituto Media e Giornalismo, Università della Svizzera italiana (USI) – ha fatto sì che il giornalismo possa accedere a un crescente numero di fonti di dati quantitativi, favorendo l’espansione del data journalism. Questa “svolta algoritmica” nel giornalismo, come la chiama Philip Napoli, che comporta un utilizzo crescente di dati, algoritmi e machine learning nel lavoro giornalistico al fine di analizzare la datificazione della società, si basa sugli stessi mezzi – dati e algoritmi – che contraddistinguono la società datificata. Ciò comporta una riflessività tra gli strumenti che caratterizzano la società datificata e la loro implementazione nel giornalismo per osservarli. È proprio questa interdipendenza che dimostra come, per capire la genealogia della datificazione nel giornalismo, occorra collocare la trasformazione nel contesto delle influenze tecnologiche, sociali e culturali».

Fonti e documenti per approfondire

Report 2023 dell’Osservatorio sul giornalismo digitale

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