La mostra di Andy Rocchelli nella sede del Cnog
L’Ordine nazionale dei giornalisti ospita a Roma la mostra Il valore della testimonianza, con gli scatti realizzati da Andy Rocchelli, fotoreporter ucciso in Ucraina dieci anni fa, a maggio 2014; la mostra è stata lanciata alla Fabbrica della E in occasione del Premio Morrione lo scorso ottobre.
Sono 24 le fotografie scelte dai reportage realizzati da Rocchelli in Afghanistan, Caucaso e in Ucraina. L’occhio attento e libero di Andy mette al centro le vite delle persone travolte dai conflitti. Con uno sguardo laterale e unico, Rocchelli sapeva avvicinarsi con sensibilità e rispetto, alle storie che aveva di fronte e questa mostra ne è testimonianza.
L’inaugurazione è stata martedì 10 dicembre, alla presenza dei genitori di Andrea, Elisa Signori e Rino Rocchelli, di Carlo Bartoli, Presidente Consiglio Ordine nazionale dei Giornalisti, dei membri dell’associazione Amici di Roberto Morrione e del collettivo Cesura di cui Andy faceva parte.
La mostra sarà visitabile, con ingresso gratuito, fino al 20 dicembre, nella sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Via Sommacampagna, 19 a Roma, con orario dal lunedì al giovedì dalle 9 alle 18.30. Il venerdì dalle 8 alle 14. Sabato e domenica la mostra resterà chiusa. L’esposizione è coprodotta da collettivo Cesura, associazione Amici di Roberto Morrione in collaborazione con l’Ordine nazionale dei giornalisti e con i famigliari di Andrea Rocchelli.
Andrea (Andy) Rocchelli (1983 – 2014) è stato un fotoreporter freelance, membro e fondatore del collettivo indipendente di fotografi Cesura. Ha lavorato per otto anni, documentando l’Europa dell’Est, la primavera araba in Libia e Tunisia, le violazioni dei diritti umani in Kirghizistan e Inguscezia. In Italia si è occupato di velinismo e del rapporto tra migranti e criminalità organizzata. L’Europa orientale e la Russia sono state per lui aree di spiccato interesse.
È stato ucciso il 24 Maggio 2014 ad Andreyevka, nelle vicinanze della città di Sloviansk, Ucraina orientale, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto nel Donbass. Insieme a Rocchelli quel pomeriggio c’erano l’attivista dei diritti umani ed interprete Andrei Mironov – anch’egli rimasto ucciso nell’attacco –, il fotoreporter francese William Roguelon e un autista locale. Durante una sosta presso dei binari abbandonati, il gruppo è stato fatto oggetto di un accanito attacco di artiglieria pesante e leggera. Il tiro mirato, che ha ucciso Mironov e Rocchelli e ferito gravemente Roguelon è stato riconosciuto come non accidentale dalle autorità inquirenti italiane. Nel maggio 2016, infatti, sono state ritrovate le ultime foto scattate da Rocchelli mentre si trovava sotto tiro, prima di essere ucciso, provenienti da una scheda di memoria scoperta dai colleghi di Cesura in una tasca interna della custodia della sua macchina fotografica: queste documentano la durata dell’attacco, la conformazione del luogo ove si trovavano le vittime e il loro abbigliamento di civili inermi.
La magistratura italiana ha attribuito la responsabilità del duplice omicidio alle forze armate ucraine. Nel 2015 “Russian Interiors”, il suo primo libro fotografico, pubblicato postumo da Cesura, è stato premiato con il World Press Photo, sezione Portraits, Stories. L’archivio di Andy Rocchelli costituisce ancora oggi un prezioso contributo alla storia della fotografia contemporanea.
Una mostra itinerante
Prima di questa esposizione, la mostra è stata a Torino, negli spazi della libreria Binaria del Gruppo Abele, in occasione delle Giornate del Premio Roberto Morrione di ottobre scorso, e a gennaio 2025 sarà visitabile nella sede nazionale di Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie, a Roma.