ATTUALITA'

22/04/2025

Un 25 aprile importante di fronte alle spinte antidemocratiche

Dal dialogo tra Ezio Mauro e Ugo Perone le ragioni per riaffermare il valore della Resistenza

È stato un incontro denso e ricco di spunti quello che ha messo a confronto a Palazzo Ceriana Mayneri su iniziativa dell’Università di Torino e dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte l’ex direttore di Repubblica Ezio Mauro e il filosofo Ugo Perone. Un faccia a faccia che ha avuto al centro il tema della Resistenza nell’ottantesimo anniversario della Liberazione, una questione che anche gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno riportato al centro dell’attenzione. Molte le questioni poste sul tavolo, altrettante le domande alle quali i due interlocutori hanno provato a dare risposta, prima fra tutte come sia stato possibile che idee illiberali abbiano riconquistato forza e consenso nel mondo dopo averlo già precipitato, esattamente un secolo fa, nella barbarie della guerra più violenta.

L’esempio perduto delle generazioni che vissero quelle esperienze, l’aver lasciato che la memoria scivolasse prima nel semplice ricordo e poi nell’oblio, una globalizzazione dei commerci che non si è accompagnata alla globalizzazione dei diritti, una politica che ha pensato che diritti civili e diritti sociali potessero essere disgiunti, una società digitale che ha allontanato le persone.

Non ho gli strumenti intellettuali e neppure le competenze filosofiche dei due interlocutori che si sono confrontati a Palazzo Ceriana e tuttavia, da semplice cronista, non posso che osservare la lenta deriva delle nostre società verso approdi antidemocratici che la storia ha già purtroppo conosciuto. Accade in Europa dove forze che si ispirano esplicitamente al fascismo e nazismo conquistano sempre maggiore consenso e accade in altre parti del mondo, dagli Stati Uniti all’Argentina, paesi dove si sta assistendo a una compressione dei diritti democratici che pareva impossibile anche solo immaginare fino a qualche tempo fa. Accade, va aggiunto, con due guerre in corso e nelle quali la sola ragione che pare affermarsi è quella della forza, con le voci di pace sempre più flebili, ogni giorno soffocate dal rumore delle bombe. E ora è venuta meno anche quella di Papa Francesco, il solo leader mondiale capace di spendere parole di pace chiare e inequivoche.

In questo scenario l’informazione è il primo bersaglio di chi progetta società basate su principi autoritari: nella Russia di Putin è accaduto da tempo e non è stata certo necessaria l’invasione dell’Ucraina per comprendere come la primavera della Perestrojka non sia che un lontano ricordo. Un esempio che, seppur in forme diverse, guadagna consenso anche in Occidente, a partire dagli Stati Uniti dove la censura è il frutto della concentrazione delle risorse nelle mani di pochi tycoon che si sono consegnati alle politiche di Donald Trump. Ma non possiamo non guardare con sgomento anche a quello che accade nella striscia di Gaza con centinaia di giornalisti che hanno perso la vita nel documentare quel che accade da oltre un anno in quel territorio e la morte di Fatima Hassouna e di nove suoi famigliari colpiti da un raid aereo israeliano non ne è che l’ultimo esempio.

Motivi di preoccupazione e di allarme che rafforzano il ruolo del giornalismo indipendente come indispensabile strumento di Resistenza, intellettuale e materiale, alla deriva antidemocratica.

Come ogni 25 Aprile sarò quindi in piazza accanto a chi vorrà testimoniare il valore della libertà, ma ancor di più, ogni giorno, l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte che ho l’onore di guidare spenderà ogni sua energia perché la nostra società non possa scivolare, ancora, nel buio delle tenebre.

Stefano Tallia
Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte

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