Ordine dei giornalisti, il tempo dell’unità
Questa settimana il Consiglio Nazionale eleggerà il Presidente, priorità alla riforma
Questa settimana, martedì 7 per l’esattezza, sarà eletto il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. Dalle urne la maggioranza che ha sostenuto negli ultimi tre anni Carlo Bartoli è uscita confermata e questo rappresenta sicuramente un riconoscimento al lavoro di chi, a dispetto di un avvio di navigazione segnato da contrapposizioni e polemiche, ha saputo governare l’istituzione con uno stile inclusivo. L’allargamento dei confini della maggioranza ad aree che, pur non essendo pregiudizialmente ostili, non ne hanno fatto organicamente parte negli ultimi tre anni, rappresenterebbe quindi il logico coronamento di questo percorso e c’è da augurarsi che i dialoghi avviati nelle scorse settimane e che vanno in questa direzione, trovino conferma nel voto del Consiglio Nazionale.
Chi scrive indica da tempo il dialogo e la sintesi tra sensibilità diverse come la sola via per traghettare il nostro settore fuori da una crisi senza precedenti. Per quanto riguarda l’Ordine, si tratta di continuare a percorrere la strada intrapresa con la proposta di riforma che è stata approvata all’unanimità dal Consiglio nazionale uscente e alla quale tutte le componenti rappresentate sono riuscite a dare un proprio contributo. Purtroppo, quel progetto è rimasto fino ad ora nei cassetti di una politica che continua a sottovalutare l’urgenza della riforma in uno dei settori strategici del sistema democratico. Dovrà essere questo il primo impegno del nuovo vertice dell’Ordine, anche se sul tavolo ci sono anche molte altre questioni che richiederanno un’interlocuzione forte con le istituzioni. Su tutte, il sempre più difficile rapporto tra informazione e giustizia che sta rendendo complesso il lavoro dei giornalisti, limitando sensibilmente il diritto di cronaca. Gli ultimi impietosi dati resi noti da Rsf, che hanno certificato una ulteriore discesa del nostro paese nella classifica della libertà di stampa, dimostrano quanto i motivi di preoccupazione siano giustificati.
Il terreno sul quale muoversi, certo, non è agevole. L’umore prevalente del mondo politico è del tutto ostile alle richieste che sono state avanzate dalla categoria e l’attenzione dell’opinione pubblica su questi temi è molto più bassa rispetto a passate stagioni di grande partecipazione civile.
L’unità tra le istituzioni della categoria e all’interno delle istituzioni della categoria è quindi, chiaramente, la sola possibilità che abbiamo per dare un futuro solido al nostro sistema dell’informazione. Un’unità indispensabile perché l’Ordine riesca a ottenere una riforma al passo con i tempi e perché la Federazione della Stampa convinca gli editori a rinnovare un contratto partendo dalla tutela delle fasce più deboli della categoria.
Non è semplice, ma il futuro può essere davvero diverso e migliore se si sapranno mettere da parte personalismi e contrapposizioni sterili e si saprà mettere in cima a tutto il bene comune.
Abbiamo il dovere di farlo e di crederci, con tutto l’ottimismo della nostra volontà.
Stefano Tallia,
Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte