
Pari opportunità e media al Salone: «Capire le discriminazioni per superarle»
Oltre l’incontro al Salone del Libro di Torino dedicato al linguaggio inclusivo e alla rappresentazione della disabilità nei media, giovedì 15 è stata anche presentata la seconda edizione della ricerca dell’Osservatorio sull’informazione locale, nata nel 2022 da un accordo tra Regione Piemonte, Università di Torino e GiULia Giornaliste.
Si tratta di una ricerca partecipativa che coniuga l’esperienza sul campo con l’approccio accademico, e che intende esplorare il discorso pubblico sui temi delle pari opportunità, del genere e della disabilità, monitorando in particolare l’informazione prodotta a livello locale.
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Il giornalismo locale, infatti, ha un impatto diretto sulle comunità con cui dialoga ogni giorno: è un presidio vicino ai fatti e alle persone, e può sia rafforzare gli stereotipi che contribuire a contrastarli. Per la sua prossimità alle storie raccontate, può diventare uno strumento potente di inclusione e di narrazione delle marginalità. La ricerca si concentra su due dei sette temi individuati dall’articolo 19 del Trattato dell’Unione Europea contro le discriminazioni: genere e disabilità.
Stefanella Campana, del direttivo di GiULia Giornaliste, ha spiegato: «La ricerca è stata fortemente voluta dalla nostra associazione per capire come i media locali trattano tre temi centrali: le pari opportunità, le donne e la disabilità. Solo attraverso la comprensione delle dinamiche di discriminazione possiamo migliorare. GiULia si batte perché l’informazione sia corretta nei confronti delle donne – e non solo – tramite corsi di aggiornamento per giornalisti, manuali ed eventi formativi. Abbiamo supportato questa ricerca anche attraverso una serie di interviste. Si affronta inoltre il tema dell’intelligenza artificiale, mettendo in guardia rispetto alle sfide legate alla transizione tecnologica. Uno spazio importante è stato dedicato al gender gap e alla rappresentazione delle donne in politica».
Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, ha sottolineato:
«Da una parte, questa ricerca ci restituisce una fotografia del presente, dall’altra suggerisce alcune buone pratiche. I risultati che emergono rappresentano e rappresenteranno un’importante opportunità di formazione per i giornalisti. Alcune delle cattive pratiche rilevate sono vere e proprie violazioni di natura deontologica. Tuttavia, come presidente dell’Ordine, credo che il richiamo disciplinare debba essere l’estrema ratio: la strada maestra resta la formazione continua».
Il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte ha poi aggiunto: «Quando parliamo di “ferite sulla carta”, ci riferiamo anche a ferite inflitte alle persone. Tutto il nostro lavoro formativo punta a prevenire e migliorare. È per questo che ricerche come questa sono essenziali, e mi auguro possano proseguire. Il lavoro di racconto del cambiamento è dinamico: non bisogna mai dare per scontate le conquiste. Leggendo questi dati, o semplicemente osservando come oggi si scrive di genere e disabilità, possiamo riconoscere che alcuni passi avanti sono stati fatti: certi errori non si commettono più. Merito anche di movimenti e organizzazioni che hanno portato nel linguaggio giornalistico parole nuove, come “femminicidio”. Sul tema della disabilità, però, si tende ancora a usare un linguaggio sensazionalistico, soprattutto nello sport. Parlare, per esempio, di “miracoli” o “supereroi” quando ci si riferisce ad atleti paralimpici è riduttivo. Non si parla di folklore, ma di atleti che vanno valutati per le loro prestazioni, non per elementi emotivi o di colore. È importante ricordare che nulla è acquisito per sempre: è una battaglia culturale. Le società possono progredire, ma anche regredire. Per questo l’attenzione va mantenuta sempre alta».