Paragon, accertamenti sui cellulari dei giornalisti spiati
La Procura di Roma, nell’ambito del procedimento sul caso Paragon, ha disposto accertamenti tecnici irripetibili sui dispositivi telefonici in uso a sette persone, parti lese nell’indagine, fra cui i giornalisti Roberto D’Agostino, fondatore di Dagospia, Eva Vlaardingerbroek, Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino di Fanpage.
«In questa delicatissima fase delle indagini sullo spionaggio illegale perpetrato a danno di diversi giornalisti italiani, Ordine dei Giornalisti e Federazione nazionale della Stampa italiana ritengono di dover bilanciare l’imprescindibile esercizio del diritto di cronaca con il rispetto dell’onere di segretezza sugli accertamenti investigativi disposti dalla Procura di Roma e Napoli». Lo affermano, in una nota congiunta diffusa giovedì 19 giugno 2025, Fnsi e Ordine.
«Con questo spirito – proseguono sindacato e Cnog – intendiamo ribadire il pieno sostegno al meritorio lavoro degli inquirenti che hanno mostrato di cogliere in pieno la gravità e la solidità della denuncia presentata dall’Ordine dei Giornalisti e dalla Fnsi sull’utilizzo illegale dello spyware Graphite. Confidiamo che l’inchiesta giudiziaria saprà rispondere, in tempi rapidi, alle domande che Ordine dei Giornalisti e Fnsi hanno posto immediatamente: quanti sono realmente i giornalisti spiati? Da chi? E perché?».
Nell’indagine si procede, al momento contro ignoti, per accesso abusivo a sistema informatico e quanto previsto all’articolo 617 del codice penale su reati informatici, cognizione, interruzione o impedimento illecito di comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche e installazioni abusiva di apparecchiature atte ad intercettare.
L’attività tecnica è svolta in coordinamento con i pm della procura di Napoli che sulla vicenda hanno avviato un fascicolo. Entrambe le indagini sono al momento contro ignoti.