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02/07/2025

La Scuola per la Democrazia 2025 esplora le culture che nutrono la partecipazione

Dal 2 al 6 luglio 2025 torna a Torre Pellice la Scuola per la Democrazia, che quest’anno proporrà una formula rinnovata: laboratori al mattino, riservati a studenti e iscritti, e conferenze pomeridiane aperte al pubblico. Al centro del programma, il tema “Culture per la democrazia”. Ne abbiamo parlato con Davide Rosso, uno dei curatori.

Davide, ogni anno la Scuola sceglie un tema guida. Come siete arrivati a “Culture per la democrazia”?
Tutti gli anni scegliamo un filo conduttore che ci aiuti a leggere la democrazia nelle sue diverse forme. In passato abbiamo parlato dei colori della democrazia, o degli anelli che la legano. Quest’anno ci concentreremo sulle culture della democrazia. Ci è sembrato importante riflettere su come la cultura – intesa in senso ampio: giuridico, ambientale, religioso – possa influenzare le pratiche democratiche e la partecipazione.

Con quali voci si aprirà il percorso?
Cominceremo il 2 luglio con Marco Bouchard, magistrato e presidente della Rete Dafne Italia. Ha origini valdesi, lavora tra Torino e Firenze, e porterà un intervento sul diritto come cultura fondamentale della democrazia: partiremo dai diritti per sviluppare poi il discorso.

E poi?
Il 3 luglio ci occuperemo di ambiente, con Adriano Favole, antropologo, che ci inviterà a considerare l’ambiente non come qualcosa di esterno, ma come parte integrante dell’esperienza umana: l’ambiente come cultura, che l’uomo modifica, in positivo o negativo.

Ci saranno anche incontri dedicati alla cittadinanza e alla dimensione religiosa, giusto?
Sì, esploreremo anche la cultura della cittadinanza e quella delle fedi. Lo faremo attraverso due appuntamenti: uno centrato sul patto costituzionale, con Pallante, e Peyrot. L’altro sarà dedicato al rapporto tra religioni e democrazia, con interventi di Valenzi, giurista, Careddu, storica delle religioni, e di uno storico che offrirà una visione ampia e trasversale del tema.

Come si concluderà il percorso?
Con una tavola rotonda che rimetterà insieme quanto emerso nei giorni precedenti. Interverranno Valdo Spini con una teologa, Michele Vellamo, giurista di diritto europeo, Alessandro Giaccone, storico, e Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte. Io modererò l’incontro. Sarà un momento di sintesi, ma anche di rilancio per ulteriori riflessioni.

Hai parlato dei laboratori mattutini: come funzioneranno?
Sono momenti seminariali dedicati agli iscritti e agli studenti, in cui sviluppare i temi in maniera più interattiva e approfondita. È una novità rispetto al passato: prima facevamo lezioni frontali al mattino e laboratori al pomeriggio. Ora abbiamo invertito, per garantire la presenza dei docenti proprio durante le attività laboratoriali.

E quest’anno non ci sarà il tradizionale concerto…
Esatto. Abbiamo scelto un altro linguaggio: il 4 luglio, ci sarà un reading teatrale intitolato “Democrazia: Lia e Rachele”, con l’attrice Emanuela Villagrossi. Il testo, scritto da Andrea Balzola, è un dialogo sui diritti delle donne, che affronta la cultura democratica da una prospettiva diversa, quella dell’arte e della scena.

Una settimana intensa, quindi.
Sì, cinque giorni per riflettere su come le culture – giuridica, ambientale, religiosa, politica – non solo interpretano la democrazia, ma la modellano, la sfidano e la rafforzano.

Come sempre, saranno centrali gli incontri di formazione per i giornalisti, con tre appuntamenti:

Culture della cittadinanza. Nell’ambito di Scuola per la Democrazia, 4a edizione

Culture delle religioni e delle fedi. Nell’ambito di Scuola per la Democrazia, 4a edizione

Tavola rotonda conclusiva della Scuola per la Democrazia, 4a edizione

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