EDITORIA

05/09/2025

“Ciò che l’occhio non vede” di Rosanna Caraci alla Festa dell’Unità di Torino

Martedì 9 settembre 2025, alle 18:00, presso il Palco Libreria di Piazza d’Armi, nell’ambito della Festa dell’Unità Torino 2025 (in programma dal 5 al 15 settembre), si terrà la presentazione del libro “Ciò che l’occhio non vede” di Rosanna Caraci, edito da Impremix Edizioni.

Con l’occasione ricordiamo anche il precedente libro di Rosanna Caraci, Cartavetro, pubblicato sempre da Impemix Edizioni e sempre con introduzione di Stefano Tallia.


L’incontro sarà arricchito dagli interventi di Barbara Salerno, sindacalista ed esperta in pari opportunità, Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Dora Mercurio, book manager, e Sante Altizio, fondatore dell’associazione Bookpostino.

A introdurre l’appuntamento sarà Vanda Cremona del Forum Cultura PD Metropolitano Torino.

Un’occasione per approfondire i temi del libro e riflettere, insieme agli ospiti, su cultura, informazione e società, all’interno di uno degli appuntamenti più attesi della kermesse torinese.

Di seguito pubblichiamo la prefazione al libro, realizzata da Stefano Tallia

Dove vanno a fiorire i sogni delle donne (e degli uomini) quando una condizione lavorativa infelice li costringe ad abbandonare l’aspettativa di una luminosa carriera per cercare altrove la propria gratificazione esistenziale ? Sarebbe un peccato leggere questo libro senza aver conosciuto le righe di “Cartavetro”, il romanzo sempre vergato dalla effervescente penna di Rosanna Caraci che lo precede e che ne costituisce in qualche maniera il prologo. Lì si parlava di una donna, come tante purtroppo, vittima dello stalking e di un meccanismo lavorativo feroce pensato per premiare i fedeli piuttosto che i leali, gli accondiscendenti piuttosto che i critici. Una condizione che, se fino a qualche anno fa generava perlopiù frustrazione e rabbia inespressa, da qualche tempo ha preso a incanalarsi verso altre strade. Anche nel 2024 le persone che hanno rassegnato le dimissioni dal loro posto di lavoro sono state, solo in Italia, due milioni. Una cifra del tutto in linea con quelle dei tre anni precedenti quando il fenomeno si affacciò e molti pensarono che si trattasse semplicemente di una costola del Covid, uno dei tanti effetti collaterali della pandemia. Invece le “great resignation” continuano a mettere in crisi gli uffici personale di numerose aziende che si trovano ad affrontare un problema che non avevano messo nel conto. A provocare le dimissioni, secondo i dati ufficiali, è in maggioranza una sofferenza psicologica derivata da una richiesta di prestazioni non accompagnata da pari crescita di gratificazione economica e professionale.

Accade insomma sempre più spesso che di fronte all’infelicità lavorativa, per forza o per amore, un bel giorno si consegni la lettera di dimissioni per gettarsi in un futuro carico di incognite ma anche ricco di opportunità. Del resto, è un po’ la stessa cosa che accade nelle storie d’amore: si ama, si soffre, si combatte e si piange, fino a quando, di fronte all’ostinazione dei fatti o delle persone, ci si dimette e si inizia un cammino nuovo.

Al netto delle diverse circostanze, è questo il percorso sul quale di incammina Dada, la protagonista principale di questo romanzo che accompagna e culla il lettore pagina dopo pagina. Se “Cartavetro” era una storia metropolitana il cui ritmo era dato dalla grande città, in queste righe i suoni sono invece quelli del silenzio e della ricerca. Gli incontri avvengono nei luoghi meno attesi e anche per questo conducono verso strade imprevedibili.

La felicità, ci dice questo libro ed è il consiglio più prezioso che ci lascia, risiede il più delle volte nelle cose che ci stanno più vicine. L’essenziale, talvolta, è visibile agli occhi, ma possiamo coglierlo solo quando ci fermiamo e respiriamo forte.

Buona lettura.

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