
Giornalisti e previdenza: Beppe Gandolfo ad Alessandria e Torino con l’Inpgi
Il giornalismo è una professione che cambia, e con essa cambia anche il modo di pensare al futuro. La nuova governance dell’Inpgi – l’Istituto di previdenza dei giornalisti – ha scelto di affrontare il tema con un percorso di incontri territoriali, dedicati all’educazione e alla consapevolezza previdenziale.
Oggi e domani l’iniziativa fa tappa in Piemonte, con due appuntamenti ad Alessandria e Torino promossi dall’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e organizzati in collaborazione con l’Associazione Stampa Subalpina.
L’obiettivo è avvicinare i giornalisti, in particolare i freelance che rappresentano ormai il 65% della categoria, alle opportunità offerte dall’istituto: strumenti di previdenza, assistenza e sostegno economico, ma anche momenti di confronto diretto con chi guida l’Inpgi.
All’incontro partecipano Roberto Ginex (presidente Inpgi), Mattia Motta (vicepresidente), Mimma Iorio (direttrice generale), Beppe Gandolfo (consigliere di amministrazione) e Mimma Caligaris (componente della Giunta Fnsi). Modera Simona De Ciero della Commissione nazionale lavoro autonomo Fnsi.
Tra i relatori, il giornalista e consigliere Inpgi Beppe Gandolfo, storico volto della cronaca televisiva piemontese, che invita a guardare alla previdenza con un nuovo approccio culturale: «Molti colleghi vedono l’Inpgi come una tassa – spiega Gandolfo – ma non è così. Essere previdenti significa portarsi l’ombrello prima che inizi a piovere: quella piccola quota che versiamo oggi è la base del nostro futuro, un investimento sul nostro domani».
Un concetto che diventa ancora più importante per chi lavora come autonomo o collaboratore, spesso con compensi bassi e carriere discontinue: «Da giovani si tende a non pensarci, io per primo l’ho fatto – aggiunge – poi, quando arriva il momento di riscattare la laurea o di sistemare i contributi, ci si trova davanti a cifre alte e a opportunità mancate. Anche piccole somme, versate con regolarità, possono diventare un tesoretto prezioso negli anni».
Gandolfo poi illustra alcuni strumenti concreti che l’Inpgi ha messo in campo per sostenere concretamente la professione autonoma: «Da quest’anno – ricorda – è attivo un prestito gratuito dedicato ai freelance, pensato per rinnovare l’attrezzatura di lavoro, acquistare un computer o una macchina fotografica. È un mutuo a tasso zero, senza interessi, per alcune migliaia di euro: un segnale di attenzione reale alle esigenze di chi lavora sul campo».
Rieletto nel Consiglio di amministrazione Inpgi nel luglio 2024, Gandolfo aveva sottolineato già le due grandi sfide che attendono l’Istituto nei prossimi anni: da una parte la necessità di aumentare le pensioni, oggi troppo basse rispetto ai contributi versati. Dall’altra l’impegno ad ampliare i servizi offerti ai colleghi, come convenzioni o rimborsi sulle spese mediche. «Pagare i contributi deve avere un senso concreto, e questo passa anche dal rafforzamento delle tutele», spiega.
Un impegno che, per Gandolfo, deve basarsi sull’unità della categoria e l’opportunità di un confronto costante, in occasioni come quelle di oggi e domani: «Ci saranno il presidente Inpgi e il vicepresidente che è l’addetto proprio al mondo dei freelance. Si potranno fare tutte le domande del caso per essere informati e previdenti su possibilità e opportunità».