SIGFRIDO RANUCCI, GIORNALISTA, ImagoEconomica
ATTUALITA'

20/10/2025

A Torino il giornalismo d’inchiesta che non teme le intimidazioni

Dopo l’attentato a Ranucci le giornate del Premio Morrione per riflettere su un bene da tutelare

L’attentato contro l’abitazione di Sigfrido Ranucci rappresenta, come ha sottolineato il conduttore di Report, un salto di qualità nella strategia di intimidazione verso i giornalisti. Un attacco che testimonia ancora di più quanto l’informazione, la buona informazione, rappresenti il peggior nemico di poteri oscuri e criminali. Da questo punto di vista stupisce quanto questo elemento sia invece talvolta sottovalutato o addirittura deriso nel dibattito pubblico del nostro paese, al di là della generale solidarietà manifestata dopo l’attentato di Pomezia. Troppe volte, quando si sottolinea l’importanza del tutelare la libera stampa come presidio di democrazia, si ha infatti la sensazione di sollevare una questione cara solo a pochi addetti ai lavori. Lo dimostra per altro il fatto che temi come le querele bavaglio o le crescenti limitazioni al diritto di cronaca non abbiano ancora trovato una risposta legislativa e anzi si proceda nelle aule parlamentari in direzione del tutto opposta.

L’attentato contro Sigfrido Ranucci, poi, non è che la velenosissima punta di un iceberg fatto di minacce quotidiane che i giornalisti subiscono nei loro territori. A fotografare la situazione sono i dati dell’Osservatorio Ossigeno che dal 2006 ad oggi, da quando cioè è iniziato il suo monitoraggio, ha registrato circa 7500 intimidazioni ai danni dei giornalisti, una media di circa 400 all’anno. Una contabilità dalla quale nessuna regione può dirsi risparmiata, anche il Piemonte dove importanti inchieste giudiziaria hanno testimoniato una crescita del potere e della pressione della criminalità organizzata. Dati sui quali è dunque importante riflettere e tenere gli occhi bene aperti.

Anche per questa ragione assumono un significato ancor più importante le giornate di Torino che prenderanno il via mercoledì 22 ottobre e che avranno il loro cuore nella presentazione delle inchieste del Premio Roberto Morrione. Ancora una volta, il riconoscimento nato in memoria del grande giornalista della Rai, permetterà alle nuove leve del giornalismo investigativo di iniziare il  percorso nella professione. Non è certo un caso che molte delle colleghe e dei colleghi che fanno oggi parte della squadra di lavoro di Sigfrido Ranucci siano stati “battezzati” proprio dal Premio Morrione, un appuntamento prezioso e che è un onore poter ospitare da anni nella nostra città.

Ma di giornalismo, inchieste e impegno contro la criminalità organizzata parleremo anche giovedì 23 quando, in occasione della consegna del Premio Schiavazzi alla collega di Fanpage Elisabetta Rosso, ospiteremo a Torino Luciana Esposito, giornalista che sta pagando un prezzo altissimo alla denuncia del potere camorristico in quel di Ponticelli.

L’auspicio è che questi momenti di incontro servano a rendere ancor più chiara l’indispensabilità del giornalismo nel funzionamento democratico della società: se l’informazione serve a illuminare gli angoli più oscuri della società, è importante che la società stessa non si stanchi di illuminare l’importanza del giornalismo in un patto di reciproca solidarietà. E che questo accada ogni giorno.

Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte        

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