Primo Piano

29/12/2025

Deontologia e non censura, il Consiglio di Disciplina non è un Tribunale dell’inquisizione

A decine sono arrivate al Consiglio di Disciplina dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte sollecitazioni perché si prendano provvedimenti nei confronti di Marco Travaglio, accusato di diffondere false notizie sulla guerra in Ucraina. Dello stesso tenore, anche se in numero inferiore, sono giunte analoghe iniziative contro questa o quella testata sul conflitto Israele-Palestina.

Abbiamo deciso di non intervenire. E ne diamo ragione a coloro che ci hanno scritto, ai colleghi e alle colleghe e financo ai/alle cittadini/e sperando di dare prova di umiltà, buon senso e, non ultimo, coscienza civile. Umiltà: su temi come Ucraina, Israele, i grandi cambiamenti geo-politici a cui stiamo assistendo, ci sono fior di storici/storiche, fior di donne e uomini che ne sanno ben più di noi, che danno interpretazioni e valutazioni diverse e bene sarebbe non silenziarli/e.

Il Consiglio di Disciplina del nostro Ordine professionale ha dei limiti d’azione, un perimetro, vasto, ma non indefinito, dentro il quale sono indicate le regole di comportamento di un/una giornalista perché ne sia riconosciuta l’attendibilità, l’autorevolezza.  Al cuore delle nostre norme c’è sempre il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, costituzionalmente sanciti e, non avulso da essi, il dovere di dare loro un’informazione corretta, veritiera.

Il nostro Codice pone grande attenzione a tutelare particolarmente i soggetti più fragili, più vulnerabili, a definire i confini che dobbiamo rispettare. Ma l’architrave che regge l’articolazione delle norme è e deve sempre essere la libertà di critica, la libertà di pensiero. È sacrosanto che il nostro diritto di cronaca sia strettamente legato al diritto della cittadinanza ad essere informata e non disinformata.

C’è un solo modo perché ciò si verifichi se vogliamo restare in una democrazia: garantire il pluralismo. Pluralità di punti di vista, pluralità di voci… pluralità di testate giornalistiche. Qualcuno mentirà? Più di uno sarà parziale? Molto, molto probabile. Lo abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni nelle trasmissioni televisive soprattutto. Per non parlare dei siti, dei social che di giornalistico non hanno nulla, ma che esercitano la loro influenza sull’opinione pubblica. Troviamo modo di oscurarli come già avviene in altri Paesi così la “gente” non resta confusa? I/le cittadini/e finché avranno a disposizione più fonti per informarsi avranno più possibilità di esercitare lo spirito critico, mettendo a confronto questo e quel tassello, ragionando con la propria testa. Così sicuramente scopriranno da sé chi merita e chi non merita fiducia. Sarebbe meglio imporre un pensiero unico, che detta la verità maiuscola, scomunica i presunti dissidenti, bugiardi e reprobi?

Pensiamo non sia questa la strada e pure il nostro Codice deontologico, poiché è formulato per una democrazia. Non ci trasformeremo da Consiglio di Disciplina a Tribunale dell’inquisizione. Non è nostro compito verificare se nei suoi libri il collega Travaglio dice o non dice la presunta verità assoluta. Ci ostiniamo a pensare alla verità come ricerca non come possesso, un cammino da compiere insieme nel dialogo, nel rispetto, nella capacità di ripensamento, oggigiorno carenti.

Ci ostiniamo a pensare che il giornalismo, consapevole dei suoi limiti e pure della sua importanza culturale e sociale, possa dare il suo contributo, proprio nella varietà di voci che contiene. Il problema sta qui. È miope occuparsi di come zittire Travaglio e non della sofferenza in cui versano le testate giornalistiche, il pericolo di una concentrazione e/o delocalizzazione delle proprietà editoriali.

Oggi più che mai la preoccupazione della categoria è salvaguardare la libertà e, quindi, l’indipendenza delle/dei giornaliste/i da altri interessi che non siano pertinenti alla nostra ragione d’essere. Ed è intenzione come Consiglio di Disciplina fare la nostra parte.

Emmanuela Banfo presidente C.D.T. Piemonte a nome delle/dei colleghe/i del Consiglio

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