comunicazione e cattolicesimo
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26/06/2023

L’archivio multimediale del Cattolicesimo e l’importanza della comunicazione

Negli ultimi mesi è nata la Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo, per rispondere all’urgenza culturale del recupero, della preservazione e della valorizzazione del patrimonio storico audiovisivo e di quello documentale ad esso collegato, relativo al cattolicesimo. Il lavoro della fondazione si concentra e si concentrerà soprattutto sulla preservazione, l’accessibilità e la ricaduta culturale, accademica ed educativa. Oltre al rapporto tra cinema e Giubilei, ci sarà un censimento dei cinegiornali dal 1925 al 1950. Questo lavoro conferma un’attenzione alla comunicazione costante, ribadita ulteriormente in questi giorni dall’incontro tra papa Francesco e gli artisti nella Cappella Sistina: presenti oltre 200 tra i più importanti artisti da 30 paesi, a 50 anni dall’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani. L’udienza ha proseguito una tradizione avviata nel 1964, quando Paolo VI chiese di rinnovare l’amicizia tra la Chiesa e gli artisti. Il prefetto del dicastero, cardinale José Tolentino de Mendonça, ha detto a riguardo che «abbiamo bisogno di rilanciare l’esperienza della Chiesa come amica degli artisti, interessati alle domande che la contemporaneità ci pone (tanto quelle attuali, pressanti di drammaticità, come quelle così visionarie che indicano nuovi futuri possibili) e disponibili a sviluppare un dialogo più ricco e una crescita della comprensione reciproca». Nel suo discorso agli artisti il Papa ha chiesto di non dimenticarsi dei poveri, che sono quelli che «hanno più bisogno» e «di solito non hanno voce per farsi sentire».

L’importanza che Francesco attribuisce alla comunicazione è dimostrato dall’utilizzo dell’account Twitter, ma anche di quello Instagram, ma anche dalle numerose interviste concesse in questi anni, comprese quelle in alta quota in occasione dei suoi viaggi, come abbiamo raccontato qui. Non solo, perché in questi anni ha portato, durante il lockdown, le messe su Rai1 e Tv2000 e ha spinto per rafforzare la comunicazione digitale, facendo confluire, come riporta Prima Comunicazione, «in un nuovo Dicastero, la segreteria della comunicazione, l’informazione, i media vaticani e le loro infrastrutture». Una struttura, in definitiva, «editoriale, tecnologica, pastorale e istituzionale», guidata da Paolo Ruffini, ed direttore di Rai3, La7 e Tv2000. Il gruppo di lavoro trasmette in modo multimediale sia online che su carta, social, radio e copre notizie che riguardano il Papa, la chiesa e i principali eventi nazionale e internazionali. Il direttore editoriale è Andrea Tornielli, che a Prima ha spiegato: «La nostra forza redazionale è fatta da 240 giornalisti che ogni giorno producono articoli e notizie in 51 lingue». Il coordinamento redazionale è affidato a Massimiliano Menichetti, giornalista che ha iniziato lavorando per Radio Vaticana. Riporta Prima che per ottenere risultati importanti «sono stati necessari interventi che hanno stressato non poco le redazioni. Alcuni giornalisti – continua – sono iscritti all’Ordine professionale italiano, ma non esiste in Vaticano una specifica rappresentanza sindacale né un contratto editoriale. C’è soltanto un’associazione dei dipendenti laici vaticani che si occupa anche di tutelare il comparto comunicazione». Infine, l’Osservatore Romano conta una ventina di redattori e altrettanti collaboratori esterni. Ulteriori giornalisti lavorano a settimanali e mensili e permettono la pubblicazione del giornale in otto lingue, con diffusione in cinque continenti, con la direzione di Andrea Monda e un enorme lavoro di approfondimento.

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