
Bassetti: «C’è disinformazione sui temi del patrimonio e della successione»
Venerdì 11 aprile dalle 10 alle 13 presso la Sala Toniolo di Palazzo Ceriana Mayneri in Corso Stati Uniti 27, a Torino, si terrà l’evento di formazione “In what we Trust. Quel che non si conosce della successione e della tutela del patrimonio”. Interverrà Remo Bassetti, notaio, giornalista e scrittore fra l’altro di scienze sociali e narrativa, già fondatore e direttore della rivista culturale “Giudizio Universale”. In campo giuridico autore e curatore di testi sull’argomento con la moderazione di Eugenio Giannetta, giornalista e autore tv.
Al centro dell’evento il tema di come funzionano davvero i meccanismi della successione, dell’eredità e della tutela del patrimonio. Dopo un’introduzione più generale si entrerà nel vivo dell’incontro, trasmettendo con chiarezza ai giornalisti partecipanti i concetti, il linguaggio giuridico corretto da usare, le fonti da consultare e gli errori da evitare. Per approfondire un tema così complesso abbiamo intervistato Remo Bassetti.
Cos’è la protezione e la pianificazione successoria?
«La protezione del patrimonio e la pianificazione successoria sono due concetti legati, ma distinti. In Italia, entrambi sono poco praticati, o almeno, sono spesso fraintesi. La tutela del patrimonio, per esempio, è vista da molti come una strategia per salvare beni da creditori. Ma la protezione patrimoniale, in realtà, riguarda un approccio preventivo: si tratta di un modo per tutelare il patrimonio a fronte di eventi imprevisti, come malattie o difficoltà economiche future. Non si parla di un “salvataggio” in senso stretto, ma di una gestione lungimirante del proprio patrimonio».
La pianificazione successoria
«Per quanto riguarda la pianificazione successoria, è importante sottolineare che in Italia solo una piccola percentuale della popolazione si preoccupa di pianificare la propria successione. Secondo alcune statistiche, solo il 12-13% degli italiani prende in considerazione questo aspetto, contro il 74% degli inglesi. Questo dato ci colloca tra gli ultimi in Europa, subito dopo la Grecia. C’è una forte disinformazione sul tema, ed è ancora visto come un argomento complesso e poco trattato. Tuttavia, pianificare la successione è una pratica che può evitare fraintendimenti e conflitti tra eredi, e che permette di assicurarsi che il patrimonio venga gestito in modo coerente con le proprie volontà».
Il trust è un’altra fonte potenziale di pregiudizi?
«Il trust è uno strumento anglosassone che è stato introdotto in Italia, ed è spesso visto con sospetto. Inizialmente, veniva considerato come un modo per eludere il fisco o i creditori. Questo ha portato a un atteggiamento ostile da parte delle autorità fiscali e della giurisprudenza. Tuttavia, il trust è oggi uno strumento legittimo e sempre più riconosciuto, purché venga utilizzato correttamente. Esso consente di trasferire la gestione del patrimonio a un fiduciario, che dovrà amministrarlo nell’interesse del beneficiario. È un modo efficace per proteggere il patrimonio e pianificare la successione. C’è da sottolineare, però, che quando si parla di trust, spesso si pensa a quelli esteri, che possono avere finalità oscure e sono legati a paradisi fiscali. La giurisprudenza italiana e le autorità fiscali sono sempre più attente e risolute nei confronti di queste pratiche. D’altro canto, il trust interno – quello che si realizza in Italia, sotto la supervisione delle autorità fiscali – è ormai un’opzione legittima per la pianificazione successoria».