Cinquant’anni con Casagit Salute: a Bologna la storia, le sfide e il futuro
di Lucio Diletti
Fiduciario Casagit Salute dell’Emilia Romagna
È stato un confronto su tutti i temi quello che ha coinvolto il vertice di Casagit Salute con una cinquantina di soci riuniti a Bologna in una sala di un hotel del centro. A rappresentare la mutua, il presidente Gianfranco Giuliani, il vicepresidente vicario Gianfranco Summo, il direttore generale Francesco Matteoli e il presidente della Fondazione Casagit Giampiero Spirito.
A fare gli onori di casa il presidente dell’Ordine dei giornalisti Silvestro Ramunno che dopo un breve indirizzo di saluto ha passato la parola a Matteo Naccari, presidente dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna.
Naccari ha introdotto il tema del welfare di categoria nei difficili rapporti con le aziende nelle vertenze sindacali insistendo sul fatto che oggi più che mai le società editoriali, per ragioni fiscali cercano di convertire parte della retribuzione in beni e servizi che vanno dai buoni pasto agli abbonamenti per riviste e giornali, al rimborso per viaggi o abbonamenti per le tv a pagamento.
È toccato quindi a Giampiero Spirito entrare nel vivo del confronto ripercorrendo la storia di Casagit nata nel 1974 da una idea del giornalista Angiolo Berti che ebbe l’intuizione di dare vita ad una cassa autonoma (e l’aggettivo ha la sua importanza) per la copertura sanitaria dei giornalisti italiani.
All’inizio era volontaria, poi si allargò negli ambiti di copertura fino a diventare un pilastro del contratto nazionale di lavoro Fieg-Fnsi. Un sistema fondato su una idea di solidarietà intergenerazionale che ha resistito nonostante le difficoltà di questi ultimi anni e che nel 2024 vedrà ricorrere i 50 anni dalla fondazione (anche nel 2014 l’anniversario della cassa fu ricordato con un convegno a Roma con la partecipazione del farmacologo Silvio Garattini).
Il presidente di Casagit Salute Gianfranco Giuliani, prendendo la parola, non ha esitato a definire la cassa uno strumento “al servizio dell’indipendenza dei giornalisti“, un sistema di welfare che ha costituito una opportunità per la categoria di cui a volte molti non sono del tutto consapevoli.
Certo in questi anni ci sono stati cambiamenti, ma l’assistenza per i giornalisti italiani è rimasta inalterata.
Giuliani non ha nascosto le criticità che la cassa ha dovuto affrontare in questi anni quando la crisi ha investito il mondo del giornalismo, falcidiando le redazioni con migliaia di posti lavoro perduti e giornalisti mandati in prepensionamento con la conseguente riduzione della contribuzione. In questo quadro è stata inevitabile la scelta di aprirsi ad altre popolazioni con la trasformazione della Cassa, avvenuto negli anni più recenti, in Sms, cioè in società di mutuo soccorso per allargare la base societaria con la definizione di piani sanitari aperti rispetto allo storico piano sanitario Casagit riservato ai giornalisti.
Una scelta ponderata, intrapresa anche fra le perplessità di parte della categoria, che ha salvaguardato attraverso la creazione della Fondazione Casagit il patrimonio economico accumulato in questi anni dai giornalisti italiani.
Giuliani nel suo intervento ha toccato anche le difficoltà di quest’ultimo periodo, in particolare con il passaggio dell’Inpgi all’Inps sia per gli attivi, ma soprattutto per i pensionati.
Un passaggio che ha costretto la mutua a dotarsi di nuovi strumenti di gestione dopo che era stata avviata la piattaforma digitale per l’invio delle pratiche di rimborso dall’area riservata di ogni socio. Ormai oltre il 70 per cento delle pratiche viaggia via internet e quasi tutte le consulte hanno avviato la dematerializzazione delle pratiche cartacee portate dai soci con tempi di rimborso ormai stabilmente entro i 45 giorni.
In autunno – ha annunciato ancora il presidente – sarà operativa una App che renderà ancora più semplice per il socio l’invio della pratica tramite telefonino.
A Gianfranco Summo e al direttore Matteoli sono toccati gli ultimi due interventi. Summo è tornato sul tema dei valori storici della Cassa, dalla mutualità alla solidarietà, dalla sostenibilità al no profit che ancora ci contraddistinguono rispetto alle assicurazioni sanitarie nostre concorrenti sul mercato mentre Matteoli ha dettagliato nei numeri i mutamenti intercorsi in questi anni.
Il direttore, solo per dare alcune cifre, ha ricordato come dal picco del 2008 con 51 mln di contribuzione dai giornalisti contrattualizzati (oltre 17.500) si sia scesi nel 2022 ad una contribuzione di circa 39 mln e come nel frattempo sia cresciuta l’età media dell’assistito mentre quella del socio è passata da 48 a 57 anni.
Una popolazione dunque più anziana a cui la cassa ora mutua ha continuato a garantire le prestazioni venendo incontro nel frattempo con trattamenti di favore alla parte più svantaggiata (disoccupazione o cassa integrazione). Oggi la cassa, che mantiene nella contribuzione da contratto il suo pilastro fondamentale, conta circa 53 mila soci. Oltre 2300 dei quali sono iscritti agli altri piani sanitari (150 negli ultimi due mesi).
Ma lo sforzo per allargare la base sta proseguendo con la ridefinizione, appena attuata, dei piani sanitari (Salute Protetta, Salute Serena, Salute Attiva, Salute Giovane) e con l’introduzione di un nuovo piano denominato Salute Argento rivolto ad una popolazione che va dai 60 ai 75 anni. Sono inoltre in corso accordi con broker professionisti del mercato, i quali avranno appunto il compito di ricercare nuovi soci.
Conclusa la fase degli interventi si è dato spazio alle domande della platea che hanno spaziato su diversi argomenti: dalla possibilità di sospensione per i giornalisti in difficoltà ai contributi per i figli in relazione all’età e al reddito, alle caratteristiche dei vari piani (alcune domande hanno messo in luce che non tutti i soci hanno chiare le differenze) alla richiesta di pacchetti di prestazioni a impronta preventiva, all’aggiornamento delle tariffe di rimborso in odontoiatria.
La giornata bolognese si è conclusa nel pomeriggio nella sede dell’associazione stampa con un incontro fra il direttore Matteoli e un gruppo di soci pensionati per spiegare le nuove modalità di prelievo del contributo Casagit dopo il passaggio all’Inps. È stato chiarito come il meccanismo sia duplice (prelievo diretto dal contro corrente per chi lo ha autorizzato o mav trimestrale). In entrambi i casi la cifra comprende tutti i contributi dovuti dal socio (nel caso abbia anche il contributo per il coniuge o convivente e/o per i figli), spalmata nell’arco di 12 mesi (non più 14 come faceva l’Inpgi o 13 come l’Inps).
Il tutto – ha tenuto a precisare Matteoli – senza che vi sia stato un aumento della contribuzione o un mutamento nell’erogazione delle prestazioni.