Conoscere fa bene alla salute: ripartiamo dall’alfabeto
di Giulia Alterini
Conoscere fa bene alla salute. È questo a cui si mira quando si parla di “health literacy”, ossia l’alfabetizzazione sanitaria: avere la capacità di comprendere e di elaborare senza difficoltà le informazioni sanitarie e quindi poter fare scelte consapevoli per la propria salute.
Disporre di una buona health literacy significa orientarsi nel mondo sanitario, adottare comportamenti corretti, riconoscere i propri malesseri e comprendere le spiegazioni del medico o le indicazioni delle medicine e avere la capacità di comunicare i sintomi dello stato di salute in cui ci si trova.
Al contrario, chi non ha accesso a queste informazioni va incontro a una scarsa comprensione e gestione del proprio stato di salute, divenendo incapace di avere un comportamento proattivo e di iniziative di prevenzione.
La situazione in Italia
Uno studio curato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) su 42.445 soggetti di 17 paesi europei (3.500 persone in Italia), evidenzia quanto sia importante questo argomento.
Dodici sono state le domande poste. In Italia il 31% degli intervistati ha trovato “difficile” o “molto difficile” individuare una risposta, contro una media europea del 23%.
Il 23% del campione di popolazione italiana è risultato avere una alfabetizzazione sanitaria “inadeguata”, il 35% “problematica”, il 34% “sufficiente” e il 9% “eccellente”, mentre le percentuali degli altri paesi sono rispettivamente al 13%, 33%, 40% e 15 per cento.
Nello specifico, le difficoltà riscontrate dalla maggior parte degli intervistati riguardano la complessità nel ricercare informazioni sanitarie sul web, la prevenzione delle malattie e la comprensione di un colloquio con un medico.
Da questo quadro emerge un livello limitato di alfabetizzazione sanitaria, che determina un impatto negativo in termini di comportamenti salutari, così come di utilizzo dei servizi sanitari. Inoltre, è stato riscontrato che i partecipanti con minore consapevolezza sanitaria hanno mediamente più contatti con medici di famiglia e con i servizi di emergenza.
Non disporre di una adeguata conoscenza sui temi collegati alla salute significa anche utilizzare meno gli strumenti di prevenzione e correre il rischio di subire ritardi diagnostici conseguenti.
L’alfabetizzazione sanitaria, come processo di educazione della popolazione nelle differenti fasi dell’esistenza, è quindi una dimensione oggi necessaria, in prospettiva, irrinunciabile.