Cura dei denti per pochi e a caro prezzo? Non con Casagit Salute
Ancora troppe persone costrette a rinviare i trattamenti dentistici per motivi economici, in calo la spesa (quasi tutta privata). Nel 2022, erogati ai soci più di 13 milioni di euro in prestazioni odontoiatriche
di Stefano Menna
È uno dei settori nei quali si registra il tasso di rinuncia alle cure più alto per motivi economici. Con oltre metà della popolazione che nell’ultimo anno non è andata dal dentista nemmeno per un controllo e la quasi totalità dei trattamenti gestiti da strutture o studi privati, l’odontoiatria è un po’ la cenerentola dei livelli essenziali di assistenza garantiti dal Servizio sanitario nazionale.
I numeri, presentati all’ultimo World Oral Health Day, non mostrano alcuna inversione di segno neanche dopo il Covid: per le cure dentali, nel 2022 le famiglie hanno speso il 14% in meno rispetto al 2018. Uno scenario confermato dal Consiglio superiore di sanità – in un documento di proposta per la revisione dell’accesso alle cure odontoiatriche nel Ssn – e dal Centro studi dell’Associazione nazionale dentisti: dopo la pandemia, la propensione a recarsi dal dentista rimane elevata solo in caso di necessità (82%). Persino per le semplici visite di igiene e controllo, la tendenza è quella di aspettare.
C’è una parte della popolazione che rinuncia al dentista per i costi eccessivi. Chi riesce ad andare, è costretto a rivolgersi quasi esclusivamente al privato. Eloquenti i dati Istat: il 5,7% dei ragazzi con più di 15 anni e il 5,7% degli over 65 non ha effettuato visite o trattamenti nel corso dell’ultimo anno per motivi economici. Percentuali che salgono rispettivamente al 13% e al 20% per chi ha effettuato le prestazioni odontoiatriche in ritardo, o non le ha eseguite affatto per colpa di liste d’attesa troppo lunghe. Marcate le differenze territoriali, a svantaggio di sud e isole. Pur dovendo sostenere interamente i costi della prestazione quasi 9 volte su 10, il 95% dei ragazzi e il 94% degli anziani si sono rivolti a strutture private convenzionate o a studi gestiti da liberi professionisti.
Per otturazioni, impianti e protesi gli italiani spendono più di 8 miliardi di euro l’anno, a fronte di soli 85 milioni coperti dall’odontoiatria pubblica per trattamenti conservativi (25%), diagnosi (23%), diagnostica per immagini (16%) e chirurgia orale (11%). Una cifra che rappresenta appena lo 0,07% della spesa sanitaria pubblica totale e che supera di poco l’1% di tutti i consumi odontoiatrici del Paese.
Un quadro ancor più preoccupante alla luce delle proiezioni demografiche: con un rapporto di un giovane ogni tre anziani entro il 2050, a un aumento delle malattie croniche sarà associato un ampliamento della fascia di pazienti fragili. Con conseguente maggior richiesta di strumenti e riabilitazioni implanto-protesiche accessibili e di qualità. La prospettiva pone interrogativi sulla tenuta del sistema odontoiatrico pubblico, che già oggi intercetta soltanto il 5% della domanda e offre a una piccola quota di individui (bambini e pazienti vulnerabili) un numero ridotto di prestazioni odontostomatologiche garantite dai Lea. Quella per la salute dei denti, assieme all’acquisto di farmaci, è infatti la principale componente (21%) del paniere di spese sanitarie private delle famiglie italiane, che supera i 40 miliardi. Ma solo una parte di questa viene intermediata da assicurazioni e fondi integrativi, provocando squilibri e diseguaglianze.
Casagit Salute propone da sempre una copertura odontoiatrica completa sulla base del piano sanitario prescelto (con prestazioni di radiologia, igiene orale, parodontologia, chirurgia orale, implantologia, terapie conservative, ortodonzia e protesi), che permette di abbattere il fenomeno della rinuncia o del rinvio delle cure e rispondere così ai bisogni di salute dei propri soci. Nel 2022,Casagit Salute ha erogato più di 13 milioni di euro in prestazioni odontoiatriche, che – dopo l’assistenza specialistica e i ricoveri – costituiscono la terza voce di spesa della mutua, pari al 19% del totale delle prestazioni. Il 53% passa direttamente tramite la rete di studi dentistici convenzionati, il 47% in forma di rimborso (indiretta).
I disturbi odontoiatrici restano comunque tra i problemi di salute più diffusi. Come ricorda il Ministero della salute, in Italia il 36% dei bambini (oltre 1 milione e 800 mila) soffre di carie dei denti decidui. Poco più bassa la percentuale negli adulti (30%), quasi 17 milioni dei quali hanno carie non trattate. Per non parlare della perdita totale o parziale dei denti, che riguarda 6 milioni e 300 mila adulti sopra i 20 anni. La maggior parte dei problemi di salute orale è legata a fattori di rischio modificabili come il consumo di zucchero, fumo, alcol, scarsa igiene, irritazioni croniche da protesi incongrue, abrasioni da denti fratturati, papillomavirus, diabete. Misure di prevenzione personale e controlli regolari potrebbero evitare, o almeno ridurre e ritardare, la necessità di cure complesse e dai costi ingenti.