“Muovi la vita”: più esercizio fisico per mantenersi in buona salute
6 aprile, giornata mondiale dell’attività fisica: un’occasione di sensibilizzazione per contrastare la sedentarietà, condizione aggravata da due anni di pandemia. Franco Gasbarri, cardiologo del Poliambulatorio Apollodoro di Roma, spiega quali sono i benefici di uno stile di vita attivo
di Stefano Menna
Il movimento è parte integrante della nostra esistenza e un bisogno essenziale per il benessere psicofisico. A ricordarcelo sono le istituzioni coinvolte nella giornata mondiale dell’attività fisica: sostenuta da Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e International Society for Physical Activity and Health (Ispah), l’iniziativa ricorre il 6 aprile ed è promossa dalla rete Agita Mundo, un gruppo di istituzioni – governative e non – impegnate a diffondere i benefici di uno stile di vita più attivo.
Lo slogan dell’edizione di quest’anno, “muovi la vita”, sottolinea le tante possibilità per fare movimento nei luoghi e nei contesti della vita di tutti i giorni. Dagli spostamenti al tempo libero, l’obiettivo è tenersi in forma, divertirsi, socializzare, stare all’aria aperta e partecipare alla vita della comunità, anche collaborando attivamente agli eventi di volontariato, sociali, culturali e sportivi. Durante l’intero mese di aprile la rete Agita Mundo incoraggia la lotta alla sedentarietà con una serie di azioni, anche social, come postare video sulle pagine Facebook, Instagram e TikTok di Agita mentre si fa attività fisica in famiglia, con amici, a casa, a lavoro o a scuola (hashtag: #agitateeveryday2022).
Benefici a ogni età
“Qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico”. Questa la definizione di attività fisica dell’Oms, che raccomanda di praticare almeno 150 minuti a settimana di attività moderata, 75 minuti di attività intensa, o combinazioni equivalenti delle due modalità. Consiglia poi di svolgere sessioni di almeno 10 minuti, per ottenere benefici cardio-respiratori. Non si tratta di dedicarsi a una pratica sportiva agonistica o faticosa, ma è sufficiente eseguire con regolarità semplici azioni quotidiane come camminare, salire le scale, andare in bicicletta, giocare, ballare, fare giardinaggio o lavori domestici.
Praticare regolare attività fisica, anche di tipo aerobico e non ad alta intensità, ha un impatto positivo sul benessere a tuttotondo. «Se proporzionata allo stato di salute, alle capacità dell’individuo e se svolta nella giusta misura (l’Oms ha pubblicato nel 2020 linee guida su quantità e tipo di attività fisica nelle varie fasce di età), apporta grandi benefici al nostro organismo», sottolinea Franco Gasbarri, cardiologo del Poliambulatorio Apollodoro di Roma. «Contribuisce ad un corretto sviluppo dell’apparato osteoarticolare e cardiovascolare nell’infanzia e nell’adolescenza, potenziando le capacità di apprendimento. Nell’adulto riduce la frequenza di malattie cardiovascolari, diabete e ipertensione arteriosa. Utilissima anche nell’anziano: aiuta a preservare struttura e funzione cerebrale, oltre a mantenere la massa muscolare e un buon equilibrio. Infine, non dimentichiamo che praticare attività fisica facilita l’aggregazione sociale e riduce stress e ansia, migliorando la qualità della vita», continua Gasbarri.
Nella foto a destra: Franco Gasbarri, cardiologo – Poliambulatorio Apollodoro, Roma
Il quadro epidemiologico e gli interventi attesi
Nel mondo 1,4 miliardi di adulti ancora non raggiungono i livelli minimi raccomandati di attività fisica e possono sviluppare nel tempo malattie croniche. Secondo una stima prudente, l’inattività costa all’economia globale 68 miliardi di dollari l’anno. Se la popolazione fosse più propensa al movimento, si potrebbero evitare fino a 5 milioni di morti ogni anno. E non va meglio tra i giovani: nel mondo, ben 4 adolescenti su 5 non fanno sufficiente movimento. In Italia, secondo i dati 2020 di Istat e Istituto superiore di sanità, quasi una persona su tre è sedentaria. Una condizione che aumenta con l’avanzare dell’età (intorno al 26% fra i 18-34enni, raggiunge il 35% fra i 50-69enni), tra le donne e le persone con difficoltà economiche o basso livello di istruzione. Evidente il gradiente geografico, a sfavore delle Regioni meridionali: in Campania la quota di sedentari sfiora la metà della popolazione.
Negli ultimi due anni si assiste a una crescita generale della sedentarietà, presumibilmente a causa delle misure restrittive adottate per il contrasto alla pandemia. È vero che l’esercizio fisico svolto dentro casa è stato un’opportunità per mantenersi attivi, ma alcuni gruppi di popolazione (come adolescenti, persone con patologie croniche e anziani) hanno subito pesanti conseguenze sui propri comportamenti, anche in termini di riduzione della socialità. Effetti che si sono prolungati ben oltre il lockdown di marzo-aprile 2020 e che oggi richiedono nuove misure, per offrire ai cittadini spazi e contesti di vita adatti a praticare esercizio fisico e favorire la ricostruzione di una comunità più attiva e, dunque, più sana.
Fonti e documenti per approfondire
- Sistema di sorveglianza Passi, Istituto superiore di sanità. Attività fisica secondo le raccomandazioni dell’Oms (2017-2020)
- Istat, Annuario statistico italiano (2020)
- Ministero della salute. Linee di indirizzo sull’attività fisica (2021)
- Uisp, Svimez, Sport e salute. Il costo sociale e sanitario della sedentarietà (2021)
- Organizzazione mondiale della sanità. Global action plan on physical activity 2018-2030: more active people for a healthier world (2018)
- Organizzazione mondiale della sanità. Guidelines on physical activity and sedentary behaviour (2020). Sintesi in italiano su EpiCentro-Iss
- International Society for Physical Activity and Health. Eight Investments That Work for Physical Activity | #8Investments. Disponibile in italiano il documento e l’infografica.