Ferruccio Borio, il secolo breve della cronaca
E’ di prossima uscita (ora in ristampa) questo saggio curato da Vincenzo Tessandori, Sergio Ronchetti ed Ettore Boffano. Con la collaborazione di Fondazione Murialdi di Roma, Ordine dei giornalisti nazionale e del Piemonte, Centro Studi sul giornalismo Pestelli di Torino.
E’ una lunga e dettagliata cavalcata nel “secolo breve della cronaca”, quello segnato a La Stampa dalla reggenza incontrastata di Ferruccio Borio, il vero e unico sovrano della notizia.
Un saggio (arabAFenice Editore, 309 pagine) scritto a più mani da quelli che la storia tramanda come “i ragazzi di Borio”. Una narrazione che si sviluppa tra il 1960 e il 1970, gli anni d’oro della cronaca della Stampa. Borio aveva fatto del giornale la sua vita e della cronaca il suo regno. E dei “suoi 30 ragazzi” i cronisti più agguerriti d’Italia. Tra Borio e la redazione fu spesso amore tempestoso, non era certamente un uomo facile, ma con Giulio “ciuffettino” De Benedetti formò il più formidabile duo al comando di un quotidiano italiano.
Un mondo lontanissimo dal nostro, privo di tutte le tecnologie che oggi i cronisti hanno sottomano, ma quella scuola leggendaria, con a capo lo scontroso Borio, formò la migliore classe giornalistica del secolo scorso.
Replicabile oggi? Forse sì. In fin dei conti le notizie sono dove sono sempre state. Nel 1960 come nel 2024. Sono cambiati i mezzi di diffusione, ma l’essenza della notizia è ancora lì, davanti a noi. Il difficile spesso è vederla. Nella quarta di copertina si legge: “Trovare una notizia, valutarla, verificarla, quindi scriverla, ha sempre regalato un piacere sottile ma intenso”.
La fotografia di Ferruccio Borio è tratta dal libro.