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EVENTI

21/05/2025

Comazzi e quella tv che non mi piace più

A Dogliani il festival della televisione: l’opinione della critica sulla crisi del piccolo schermo 

Mi ha chiesto, il nostro presidente Stefano Tallia: «Ma qual è, adesso, la tv che ti piace?». La verità è che faccio fatica a trovare qualcosa che mi piace sui canali  generalisti: essendo io decisamente una boomer, ho ancora alcuni appuntamenti con l’informazione, il Tg3 delle 19, principalmente, seguito dal Tg regionale. Qualcosa su La7, sul Nove. Ma la mia, e la generazione successiva, la X (dal 1965 al 1979 più o meno) sono le ultime ad avere in testa l’idea di un momento fisso, o di un palinsesto da seguire. Per tutti gli altri (ma anche per noi, diciamo la verità, perché così è più comodo) la televisione si guarda un po’ come ci pare e dove ci pare. E la generalista è ormai lontana dai gusti di tanto pubblico. Che infatti emigra altrove, sulle più accattivanti piattaforme, come dicono gli ascolti in costante calo.

Quindi, per rispondere alla domanda del Presidente, io mi ritrovo a guardare soprattutto le serie, che, se mai ne esiste uno, sono il vero specifico televisivo. Ultimamente mi sono fissata su una spagnola di Netflix, «Manuale per signorine», ambientata a fine Ottocento e acutamente femminista. Comunque, le piattaforme si pagano, e non si può esagerare, bisogna scegliere. E un’ottima scelta, compresa nel canone, è costituita da Raiplay, che mi sembra ormai il miglior boccone della pignatta Rai. Ci puoi vedere, il giorno dopo la messa in onda, le serie preferite senza la pubblicità, puoi cominciare a guardare alle 20, se ti garba, e non alle 21,30 come impone la programmazione quotidiana. E questo regala una certa trasgressiva euforia. Non vedo più le generaliste perché le trasmissioni della prima serata cominciano troppo tardi, durano troppo a lungo e sono sempre uguali, quiz e informazione dove si grida.

Pure il Festival di Sanremo è lungo in modo insopportabile, lo dirò venerdì 23 a Carlo Conti, che sarà a Dogliani per un altro Festival, quello della tv. Ma infatti Sanremo ormai è pensato per una fruizione a segmenti, un po’ sul telefonino, un po’ sul portatile: e un po’ su Raiplay, come volevasi dimostrare.

Alessandra Comazzi

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