Costa Costante
ATTUALITA'

29/01/2024

Confronto Costa-Costante: «In ballo la libertà di informare»

Questa mattina a Palazzo Ceriana Mayneri si è tenuto un confronto tra giornalisti, esperti di diritto e rappresentanti politici su libertà d’informazione e tutela del principio d’innocenza. Per la prima volta la segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana Alessandra Costante e il deputato Enrico Costa, si sono confrontati in un faccia a faccia sull’emendamento al centro del dibattito (approvato alla Camera e ora in Senato) riguardo le limitazioni al diritto di cronaca. Il dibattito è stato introdotto dalla segretaria della Subalpina Silvia Garbarino.

«Il percorso di questo emendamento che ha fatto grande scalpore – spiega Costaarriva da lontano. Io mi occupo di giustizia e ho sempre cercato di portare avanti un certo spirito di lavoro che favorisse l’attività investigativa, lasciando a disposizione risorse e strutture affinché sia possibile svolgere le indagini, rispondendo e fornendo una garanzia. C’è però un tema di reputazione delle persone assolte, la cui storia resta in rete – da qui la legge sul diritto all’oblio -, e la legge sulla presunzione di innocenza. L’emendamento perciò è pensato nella logica di un bilanciamento sulla giustizia».

«Conosco bene tutta la sua attività – replica Costantema c’è un problema ed è legato al lavoro dei giornalisti, che sopportano un peso. Faccio un esempio: quante cose non avremmo saputo per anni, mentre erano in corso le indagini e le ristrutturazioni del ponte Morandi? Invece abbiamo saputo molte cose dalle ordinanze cautelari. Spesso ci sono persone che escono immacolate dalle indagini, ma dopo 15 anni, non si può pensare di aspettare tutto questo tempo, la notizia perde di rilevanza e questa è una privazione per i cittadini e per il loro diritto ad avere un’informazione trasparente. La posta in gioco è tra dare la notizia con quelle che noi chiamiamo fonti e documentazione, oppure non darla. Questo provvedimento ha fatto scalpore perché è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché l’informazione viene fatta per dare la possibilità alle persone di essere informate».

Tra gli interventi che sono seguiti, l’Avvocato Roberto Capra, presidente della Camera penale di Piemonte e Valle d’Aosta: «Sono aderente a ciò che sostiene l’onorevole Costa, poiché peraltro c’è una direttiva che deve essere recepita da parte dell’Europa. È chiaro che le priorità differenti sono differenti, la mia da avvocato è cercare di immaginare un sistema che limiti al massimo il danno non più risarcibile dell’onore e del decoro di una persona raggiunta da ordinanza cautelare. La stampa invece ha la priorità e il dovere di informare, per questo non ci troviamo, perché siamo di fronte alla ricerca di interpretazione dei diritti costituzionali. Per questo è necessario trovare un equilibrio».

Sul tema delle ordinanze cautelari torna Costante: «Quando dico che è sempre meglio avere il testo dell’ordinanza cautelare lo dico perché è meglio parlare con quelle parole piuttosto che spiegare le notizie, per evitare che qualcuno fraintenda e dica: “avete capito male”. Mi sembra si vada in una direzione ed è quella di trovare di una scusa per chiudere la partita della libertà di stampa».

Tra i temi emersi nel corso del dibattito, anche la responsabilizzazione dei giornalisti che da un lato si trovano a dover tutelare le persone coinvolte, dall’altro devono informare, ragione per cui è necessario calare le norme sempre nei tempi e nei contesti adeguati: tra gli altri interventi Ettore Boffano che specifica come la direttiva europea dica che «la libertà di stampa non dovrebbe mai essere toccata», la senatrice Anna Rossomando, la quale spiega l’importanza del «confronto sul rapporto tra libertà e potere» e la deputata Augusta Montaruli che mette l’accento sulla rilevanza mediatica e il passaparola sui social. Presente in sala anche la deputata dei cinque stelle ed ex sindaca di Torino Chiara Appendino.

Le conclusioni spettano al presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Stefano Tallia: «Confronti come questo servono a fare sintesi e trovare un equilibrio, ma ci tengo a sottolineare che sarebbe importante non andare avanti a emendamenti ma arrivare a una riforma sistematica. Serve un tavolo nazionale, perché questi emendamenti rischiano di avere un effetto contrario rispetto ai fini. Resta inoltre il nodo dei tempi della giustizia, che vanno risolti, perché spesso si tratta di tempi eccessivi».

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