Costante: «Premiare l’informazione professionale, non svenderla»
«La situazione di quotidiani e periodici pone probabilmente al legislatore la questione di una nuova legge sull’editoria». A scandirlo è il presidente dell’Agcom, Giacomo Lasorella, nel corso della presentazione della Relazione annuale al Parlamento dell’Autorità composta da Laura Aria, Massimiliano Capitanio, Antonello Giacomelli ed Elisa Giomi.
«Il settore dei servizi media audiovisivi (televisione, radio, quotidiani e periodici) vale nel 2023 circa 11,5 miliardi di euro (nel 2019 erano 12,2). Al suo interno – rileva Lasorella – continua a crescere il peso relativo della televisione; la radio rimane sostanzialmente stabile, mentre è in calo progressivo e strutturale la quota cumulata di quotidiani e periodici. Queste tendenze, evidentemente connesse alla rivoluzione digitale, hanno effetti molteplici, investendo le dinamiche concorrenziali, la protezione dei consumatori e anche la tutela dei princìpi del pluralismo: in tale prospettiva esse richiedono sempre più un allineamento delle tutele e, più in generale, delle regole, tra settore audiovisivo tradizionale e settore audiovisivo digitale».
Come ricorda la segretaria generale Alessandra Costante a margine della presentazione, «da tempo la Fnsi sostiene che la legge dell’editoria e le altre norme di sistema non siano più allineate con il mondo dell’informazione. Bisogna cambiare paradigma: premiare e finanziare l’informazione professionale e tutelarla, non svenderla. Bisogna sostenere le aziende editoriali virtuose, non consentire un continuo depauperamento del giornalismo professionale».
Un passaggio della Relazione è anche dedicato al tema della determinazione dell’equo compenso per l’utilizzo online delle pubblicazioni di carattere giornalistico.