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Il diario si ferma: un appello a partecipare al voto di marzo
Con questo numero la rubrica che state leggendo e con la quale per circa due anni vi ho raccontato la mia attività quotidiana come presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte va in letargo. La ragione è moto semplice: martedì prossimo saranno convocate le elezioni per il rinnovo dei consigli regionali e nazionali e chi vi scrive, pur restando in carica per l’ordinaria amministrazione, tornerà a essere un semplice candidato. Sospendere ogni attività che possa avere il sapore della propaganda attraverso strumenti istituzionali è quindi un doveroso segno di rispetto per la nostra collettività.
Delle ragioni per la quali dopo tre anni di lavoro abbia deciso di riproporre la mia candidatura alla presidenza e delle compagne e i compagni che proveranno ad accompagnarmi in questa nuova avventura, vi racconterò dunque in altra sede. Voglio invece spendere queste righe anzitutto per ringraziare tutte e tutti voi per il sostegno, i consigli e anche le critiche che non mi avete mai fatto mancare: tutto mi è stato prezioso.
Soprattutto, a prescindere dalle preferenze che intenderete esprimere, voglio però rivolgere a tutte e tutti voi un accorato appello alla partecipazione alle elezioni che si svolgeranno il 19 e 20 marzo in forma telematica e il 23 nei seggi fisici allestiti a Torino, Cuneo e Vercelli. L’eventuale ballottaggio sarà invece il 2 e 3 aprile nelle urne virtuali, il 6 in quelle fisiche. Ancora una volta, purtroppo, saremo costretti a eleggere i nostri rappresentanti con una legge vecchia e macchinosa e che ci costringe a costi elevati. Quest’anno poi, per accedere al voto on-line che nell’ultima tornata aveva fatto crescere notevolmente la partecipazione, sarà necessario essere in possesso anche di Spid o di carta d’identità elettronica, una ulteriore barriera alla partecipazione.
Non torno sulle ragioni che hanno impedito una semplificazione del meccanismo elettorale e delle quali ho scritto tempo fa, ma ancora oggi trovo la disattenzione mostrata dal Parlamento come una grave mancanza di rispetto per la nostra categoria, così come lo è stato il non prendere in considerazione la proposta di riforma avanzata all’unanimità dal Consiglio nazionale.
Proprio per queste ragioni, se vogliamo tutelare la nostra professione e i diritti che presidia, è necessario dare una risposta forte. Solo istituzioni che poggiano su un vasto consenso possono avere la forza di far sentire la propria voce in maniera autorevole. Chi ha la tentazione, talvolta neppure troppo nascosta, di limitare la libertà di stampa ci guarda: dimostriamogli che alla nostra libertà ci teniamo e iniziamo difendendo le nostre istituzioni.
Buon voto a tutte e tutti.
Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte