Educare i ragazzi alla buona informazione è una priorità
L’impegno dell’Ordine nelle scuole per contrastare i fabbricanti di fake news
Ho firmato giovedì scorso un protocollo che impegna l’Ordine dei Giornalisti, le forze dell’Ordine, il Consiglio Comunale di Torino e la Prefettura a realizzare un ciclo di incontri sull’educazione civica all’interno delle scuole superiori. Si tratta di un’iniziativa di primaria importanza che si affianca a un’altra promossa dal Consiglio Nazionale e realizzata d’intesa con il Ministero dell’Istruzione. In entrambi i casi saremo chiamati a spiegare a ragazzi tra i quattordici e i diciotto anni il pericolo rappresentato dalle fake-news, le cosiddette “verità alternative” confezionate da quelle che sono vere e proprie centrali della disinformazione sempre più attive anche nel nostro paese.
Dato per acquisito che solo una stretta minoranza dei giovani si informa attraverso la lettura della carta stampata, è infatti indispensabile fornire loro una bussola per orientarsi nella rete. Uno spazio all’interno del quale esistono fonti di varia natura, molte delle quali ingannevoli come abbiamo constatato negli ultimi anni, sia nella crisi pandemica, sia nel racconto dei conflitti che insanguinano l’Europa e il Medioriente. Se è vero che l’informazione è la base della democrazia, quella che abbiamo di fronte è allora una sfida decisiva per il futuro delle nostre società: evitare che cada definitivamente il muro che separa verità e finzione, scienza e superstizione, storia e leggenda.
Per uscire vittoriosi è però necessario che tutti dispongano degli strumenti intellettuali e tecnici per distinguere ciò che vero da ciò che falso. Deve ad esempio allarmare non poco il fatto che la foto costruita dall’intelligenza artificiale che ritraeva Parigi assediata da trattori e balle di fieno sia stata condivisa migliaia di volte sui social da una enorme platea di persone che l’ha creduta vera. Illusioni ottiche che con l’affinarsi dei sistemi di intelligenza artificiale diventeranno sempre più frequenti agevolando il compito di chi mira ad avvelenare i pozzi della democrazia.
Ecco perché mettere in guardia i giovani fin dalle scuole, oltre quanto gli istituti già stanno facendo, è importante. Il protocollo firmato in Prefettura a Torino e l’iniziativa nata in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione sono gocce nel mare di ciò che servirebbe, ma indicano una strada da seguire che richiede però disponibilità di uomini e mezzi. In questi anni migliaia di giornalisti portatori di un carico importante di esperienze e competenze sono usciti in anticipo dalle loro testate per effetto della crisi che ha colpito l’editoria. Perché non sfruttare anche le loro competenze per orientare le nuove generazioni? Sono certo che pochi di loro si tirerebbero indietro.
Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte