ATTUALITA'

15/05/2023

L’intelligenza artificiale e l’urgenza delle sue regole

È stato interessante e ricco di spunti il convegno che l’Ordine dei Giornalisti del Piemonte ha organizzato in collaborazione con le fondazioni Cavour e Burzio in occasione del sessantesimo anniversario dell’istituzione della legge professionale e del centosettantesimo della nascita dell’agenzia Stefani. Una doppia ricorrenza che, grazie all’autorevole parterre di ospiti intervenuto a Santena, ci ha permesso di ragionare sul futuro del giornalismo in maniera non scontata.

Al centro della riflessione, il destino delle agenzie di stampa che nell’ultimo decennio hanno dovuto cambiare pelle, trasformandosi in aziende editoriali multimediali i cui prodotti sono oggi declinati a beneficio di tutte le piattaforme tecnologiche. Ma la discussione, stimolata dall’intervento del sociologo Derrick De Kerkhove, si è inevitabilmente spinta anche sul terreno dell’intelligenza artificiale, un tema sul quale la riflessione nel nostro paese è ancora all’inizio e al quale è però necessario prestare da subito la dovuta attenzione. È stato proprio De Kerkhove  a mettere in guardia dal rischio che questa tecnologia possa intervenire pesantemente sul linguaggio modificando quello che ha definito come il “sistema operativo” degli esseri umani.

Se lo sviluppo della tecnologia non è mai stato fermato e un atteggiamento luddistico nei confronti dell’intelligenza artificiale sarebbe antistorico, il sociologo ha tuttavia sottolineato l’esigenza che il rapporto tra esseri umani e algoritmi venga negoziato e regolamentato fin da ora.

Questo perché lo sviluppo dell’intelligenza artificiale porta con sé il rischio di rendere sempre più sottile il confine che separa la realtà dalla finzione, con un inquinamento dai danni incalcolabili nel dibattito pubblico. Per comprenderlo è sufficiente immaginare gli effetti che avrebbero potuto generare nella società americana le immagini dell’ex presidente Donald Trump in manette, se non fosse stato chiaro fin dall’inizio che si trattava di una simulazione.

Aggiungo che se oggi un occhio mediamente allenato è in grado di distinguere un testo o una foto realizzata con l’intelligenza artificiale, in futuro questo potrebbe essere molto più difficile. Le reti sulle quali sono costruiti i sistemi dell’intelligenza artificiale sono allenate dall’uomo e si raffinano costantemente con il loro utilizzo. I confini di questo allenamento sono pressoché infiniti, ecco perché è importante che presto, molto presto, questi vengano stabili da un chiaro sistema di regole.

In gioco ci sono beni, questi sì non negoziabili, come democrazia e libertà.  

Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte

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