I limiti delle misure tampone: i prepensionamenti senza riforme indeboliscono il settore
La notizia, attesa da tempo in molte redazioni, è che il Governo ha stanziato ulteriori venti milioni di Euro per i prepensionamenti dei giornalisti: risorse che da qui al 2028 permetteranno nuove uscite anticipate dalle redazioni e che però non potranno non avere un nuovo e pesante impatto sul settore. Pur senza demonizzare uno strumento che ha permesso di attenuare notevolmente la ricaduta sociale della crisi dell’editoria e che assicurerà a molte colleghe e colleghi un’uscita meno dolorosa dal mondo del lavoro, non possiamo nasconderci l’effetto generato sul sistema editoriale da questo tipo di strumento. Anche questa volta a tre uscite corrisponderà infatti un unico ingresso con il risultato di appesantire ulteriormente i ritmi di lavoro di quanti resteranno nelle redazioni, accrescendo anche l’esercito di collaboratori esterni il più delle volte sottopagati.
Questa volta però ci sono però due rischi in più. Il primo è rappresentato dalla possibilità che con il turn-over siano inserite figure nuove, non inquadrate nel settore giornalistico anche perché non riconosciute dall’Ordine. Parliamo di tecnici che lavorano alla diffusione dei contenuti in rete, social media manager, figure professionali il cui ambito di intervento non è meramente tecnico ma incide direttamente sulla qualità editoriale del prodotto. Con le nuove linee guida che hanno modificato in parte l’accesso alla professione, l’Ordine ha provato in autonomia a mettere una toppa aprendo le porte ad alcune di queste figure. Ma è chiaro che questo non basta, come non può bastare l’improvvisazione per contrastare il secondo dei pericoli e cioè che a sostituire i giornalisti sia l’intelligenza artificiale come annunciato proprio questa settimana da un importante gruppo tedesco. Una vicenda questa che coinvolge non solo il destino della professione giornalistica ma il futuro della conoscenza nelle nostre società.
Sono temi che dimostrano ancora una volta come il settore abbia bisogno di riforme radicali e che richiederebbero un’ampia discussione pubblica. Invece, si procede con interventi tampone come appunto il rifinanziamento dei prepensionamenti che, seppur importanti nell’immediato, non offrono alcuna seria prospettiva di sviluppo.
Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte