elezioni
ATTUALITA'

01/09/2025

Quando l’informazione serve solo in campagna elettorale

Il futuro del giornalismo ai margini del dibattito pubblico: il caso della Festa de l’Unità di Torino

È stato un mese nel quale di giornalismo e giornalisti si è parlato molto, a partire dall’uccisione di decine di colleghe e colleghi impegnati a raccontare il dramma di Gaza. Ma di informazione si è discusso anche a proposito del sempre delicato tema del diritto di cronaca e per le vicende che riguardano il servizio pubblico radiotelevisivo ora che anche l’Europa ha imposto con il Media Freedom Act una legge che ne assicuri l’autonomia.

Così, scorrendo il pur ricco e articolato programma della festa torinese dell’Unità che apre i battenti questa settimana -intitolata per ironia della sorte a quello che fu un glorioso quotidiano- colpisce che nemmeno un piccolo spazio di confronto sia stato dedicato ai temi dell’informazione. Una distrazione che, allargando lo sguardo, non è solo del Partito Democratico, se è vero che il giornalismo viene spesso “tirato per la giacchetta” dalla politica sulla base delle convenienze del momento, salvo poi dimenticarsene quando l’intento polemico è venuto meno. La pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, ad esempio, è un abuso quando a essere rivelate sono le malefatte di qualche compagno di partito, mentre diviene un insostituibile strumento di trasparenza quando a essere colpito è qualche avversario. Uno spirito assolutamente bipartisan che ha fatto sì che da anni non vengano approvate riforme indispensabili e che il settore dell’informazione, da tutti definito “baluardo della democrazia”, resti a dibattersi con i suoi problemi. Anche per questo la legge professionale ha superato i sessant’anni ed è ormai fuori dal tempo e dalla storia, mentre è dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi che si attende una legge sui conflitti di interesse.  Frattanto, la Rai continua a essere terreno di conquista per la maggioranza di turno e il delicato rapporto tra informazione e giustizia viene in genere normato sulla base delle sensibilità del Governo del momento e senza una riflessione approfondita e di prospettiva. 

Di temi sui quali confrontarsi ce ne sono e ce ne sarebbero dunque molti, peccato che l’abitudine sia quello a farlo in genere nel tempo della campagna elettorale quando le urgenze sono altre. Invece, se si volessero davvero definire seriamente le regole sistema dell’informazione, sarebbe necessario farlo nei tempi giusti, sfruttando tutte le occasioni per gettare ponti di dialogo tra i soggetti coinvolti. 

Purtroppo, non è così e anche questo è un male del nostro paese. 

Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte

agenda

Eventi formativi

L’agenda della formazione professionale continua dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Eventi istituzionali

Tutti i nostri eventi istituzionali dedicati ai giornalisti del Piemonte.

Cerca: