Riforma dell’Ordine: vince l’unità, ora tocca al Parlamento
Hic Rhodus, hic salta, dicevano gli antichi ed è proprio questa la sfida di fronte alla quale si trova il Parlamento italiano dopo la proposta di riforma dell’Ordine dei Giornalisti approvata all’unanimità (un solo astenuto) dal Consiglio Nazionale e condivisa anche dalla Conferenza dei presidenti e vicepresidenti regionali. Un documento che nella sostanza ricalca quello varato in una prima stesura a giugno e che è quindi passato indenne anche alla prova degli emendamenti.
Significative le novità che vengono introdotte a partire dalla richiesta del titolo di laurea per l’iscrizione all’Ordine, sia per i pubblicisti, sia per i professionisti. Un tentativo, giusto, di alzare l’asticella della preparazione professionale di fronte ai cambiamenti di una professione nella quale le competenze tecniche e scientifiche sono sempre più indispensabili. Ma è tutto lo spirito del documento che va nella direzione corretta di rafforzare il patrimonio di conoscenze dei giornalisti del futuro. Altrettanto giustamente il Consiglio Nazionale non ha quindi elaborato un articolato ma ha lasciato che sia il legislatore a interpretare lo spirito del documento fornendogli una traduzione normativa.
Ora, come detto, la parola passa alla politica che dovrà dimostrare di essere concretamente interessata al destino dell’informazione mettendo mano a una legge che da tempo non risponde più in nulla a quello che è oggi il giornalismo. Sarà insomma il momento nel quale si misurerà se le parole spese ricorrentemente e da tutte le parti politiche a difesa del giornalismo quale baluardo della democrazia, si tradurranno in azioni concrete.
Questa volta il mondo del giornalismo ha fatto in pieno la sua parte, accantonando contrapposizioni politiche e antipatie personali facendo prevalere il valore dell’unità, un modello che sarebbe auspicabile venisse adottato anche in altri organismi di categoria. Merito quindi al presidente Carlo Bartoli che ha coinvolto tutte le anime del Consiglio Nazionale nella discussione e merito delle opposizioni che hanno raccolto la sfida contribuendo a un risultato condiviso.
E ora, tutti insieme, a chiedere al Parlamento di non far cadere nel nulla questo lavoro.
Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte