ATTUALITA'

06/10/2025

Se le grandi manifestazioni segnano la fine del tempo del cinismo

Non vanno però sottovalutati gli episodi di violenza che coprono le ragioni della protesta  

Il compito dei giornalisti è anzitutto quello di informare ed è questa la ragione per la quale ho trovato condivisibile la posizione della Fnsi che in occasione dello sciopero generale di venerdì 3, pur riconoscendosi nelle ragioni della protesta, ha invitato colleghe e colleghi a lavorare per dare copertura a un’importante giornata di mobilitazione nel Paese. Tuttavia, ho trovato saggia la decisione dell’Usigrai di dare copertura sindacale a quanti, colpiti anche emotivamente dalla violenza dello sterminio di Gaza, hanno deciso di scioperare: due posizioni a loro modo complementari e delle quali ha dato atto l’assemblea di redazione della Rai di Torino con un documento approvato all’unanimità. Detto questo, ho trovato importante e significativo che nelle manifestazioni di venerdì ci sia stata la presenza di numerose giornaliste e giornalisti e non solo per testimoniare quanto stava accadendo.   

Una giornata importante anche se, ancora una volta, la violenza di pochi teppisti ha coperto in parte le ragioni di una partecipazione che, da molti anni, non era tanto ampia e trasversale. Così come, l’oltraggio alle pietre d’inciampo e l’orrido e vergognoso striscione inneggiante al 7 ottobre apparso a Roma, confermano quanto il veleno dell’antisemitismo sgorghi ancora nelle vene della nostra società: fatti che non devono essere in nessun modo sottovalutati.

C’è però un elemento di speranza che ho colto nel corteo torinese e nelle altre manifestazioni. Per anni abbiamo assistito all’orrore della guerra paralizzati da un sentimento di impotenza: dal Medio Oriente arrivavano notizie di violenze quotidiane che non provocavano però alcuna reazione, alimentavano anzi l’idea che nulla potesse esser fatto per fermare quei massacri. Morti contati a migliaia e poche e isolate voci di protesta.

La coraggiosa missione della flottiglia e la mobilitazione che l’ha accompagnata dicono invece che sotto la cenere di anni di cinismo e disimpegno arde ancora il fuoco dell’indignazione civile, della difesa dei valori dalla nostra democrazia e della nostra Costituzione, un sentimento che mi auguro possa arrivare presto a illuminare anche altre parti sfortunate di mondo.

Un risveglio delle coscienze che, se sarà confermato nei prossimi mesi e non verrà seppellito dalla violenza fisica o verbale di pochi scalmanati, potrà essere di beneficio anche al giornalismo.

Spesso mi capita di ricordare nei dibattiti pubblici quanto la libertà d’informazione sia un elemento fondamentale delle democrazie e tuttavia per difenderla non sono sufficienti da soli i giornalisti: serve una società civile attenta e vigile.

Se questa primavera che arriva in autunno segnerà davvero al fine della stagione del cinismo, allora anche i giornalisti potranno essere meno soli nel difendere il ruolo della loro professione.

Stefano Tallia, Presidente Ordine dei Giornalisti del Piemonte

agenda

Eventi formativi

L’agenda della formazione professionale continua dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Eventi istituzionali

Tutti i nostri eventi istituzionali dedicati ai giornalisti del Piemonte.

Cerca: