Digital News Report Italia 2025
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18/06/2025

Digital News Report Italia: ecco come cambia il mondo dell’informazione

Numeri, tendenze, previsioni sul giornalismo di oggi e quello – probabilmente – di domani. Ma non solo. Il Digital News Report Italia, giunto alla sua seconda edizione, aiuta a capire come cambia il mondo dell’informazione ma anche la società che se ne nutre. 

Perché in fondo le due cose sono indissolubilmente legate: che ci piaccia o no, l’informazione è un bisogno primario delle persone, e il modo in cui stanno si riflette sulla “dieta mediatica” che si ritagliano. Mescolando cause ed effetti.

Il rapporto è stato presentato ieri: in mattinata  a Torino, in una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di Paola Molino, direttrice de l’eco del Chisone, Mario Calabresi, direttore di Chora Media, Gabriele De Stefani, responsabile Internet de La Stampa e l’intervento di Chiara Albanese, responsabile per l’Italia di Bloomberg.

Un dato, su tutti. Che non va interpretato con eccessivo ottimismo, ma che va a disegnare un paradosso italiano in cui si può aprire uno spazio di manovra per chi fa informazione: nonostante l’interesse per le notizie sia diminuito drasticamente negli ultimi anni, sceso da oltre il 70% a meno del 40% in un decennio, gli italiani continuano a consultare le news con frequenza elevata: sei su dieci lo fa più volte al giorno. Curiosità, più che interesse, ma che denota una specie di “vivacità intellettuale” superiore a quella che pare di cogliere in altri Paesi a noi comparabili.

Il problema, emerge dalla ricerca coordinata da Alessio Cornia, autore per l’Italia del Reuters Institute Digital News Report, e sviluppata dal Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università degli Studi di Torino, è nella risposta – troppo spesso scadente – che questa curiosità incontra nei media. Così il pubblico di casa nostra conferma, caso unico in Europa, il primato della tv: poteva essere l’anno del sorpasso ad opera del digitale come media più consultato, e invece la tv trova il colpo di reni e allunga su Internet. Tra i media online, i social guidano al 17%, seguiti da testate native digitali e giornalisti indipendenti al 9%, mentre i siti di quotidiani e di testate radiotelevisive si fermano all’8% e al 5%. La carta stampata è fonte principale solo per il 2%.

Tra le carte che si confermano vincenti, quella della prossimità. Prova ne è la straordinaria resilienza dell’informazione locale, a cui si dice interessato l’81% degli italiani. Ma è qualcosa che va oltre. A far premio, emerge dalla ricerca, sono i contenuti verificati, la capacità di personalizzare quelli che realmente interessano e di subordinarne i formati. Non a caso, gli italiani considerano gli influencer (42%) e i politici nostrani (37%) le principali fonti di disinformazione online, mentre il testo scritto domina ancora l’informazione online per la maggioranza degli italiani (55%), preferito a video (21%) e audio (11%), a prescindere da età, istruzione, reddito o orientamento politico.

Di certo quella informativa è una giungla. Ecco perché c’è un dato, su tutti, che desta una partiolcare partecipazione: «Con dati che rivelano una bassa partecipazione alle iniziative di news literacy, pari al 19%, risulta urgente un piano integrato di alfabetizzazione e moderazione dei contenuti, basato su trasparenza delle fonti e fact-checking», sottolinea Cornia.

«Questa ricerca rappresenta per noi un’occasione preziosa per contribuire in modo attivo al dibattito pubblico e offrire spunti concreti anche ai futuri giornalisti che formiamo ogni giorno. Il dato che più colpisce è la distanza crescente tra il bisogno di comprendere il mondo e le modalità con cui oggi si consuma informazione. I media locali dimostrano che si può ricostruire un rapporto di fiducia con il pubblico: un’indicazione importante per tutto il sistema dei media, chiamato a tornare rilevante partendo dalla qualità e dalla prossimità», hanno aggiunto Laura Scomparin, direttrice scientifica del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” dell’Università di Torino e Marco Ferrando, direttore delle testate del Master e vicedirettore di Avvenire.

Il Digital News Report Italia è stato realizzato con il contributo di Fondazione Compagnia di San Paolo e Google, vede coinvolti come partner Community, Associazione Nazionale della Stampa Online (Anso), Festival Glocal, e ha il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti, dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte e dell’Università degli Studi di Torino.

Al link può essere scaricato il report integrale. 

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