Festival della Tv: «Il giornalista aiuta a ritrovare le coordinate»
Comincia il 2 giugno la dodicesima edizione del Festival della Tv di Dogliani, l’ormai tradizionale appuntamento in cui riflettere sul mondo dei media e sulla sua evoluzione e innovazione. Quello di Dogliani, che per questa edizione ha come tema #coordinate, è un luogo in cui parlare e discutere sulla televisione di oggi e su quella del futuro, nonché uno spazio di incontro, dibattito e approfondimento sui grandi temi della comunicazione e dei media digitali, ed è proprio a partire da questi argomenti che abbiamo intervistato la direttrice organizzativa Simona Arpellino.
«Il tema di quest’anno – ci racconta – parla di come in questi ultimi anni siamo stati catapultati in una dimensione dell’imprevedibile, capace di sconvolgere molte di quelle che consideravamo certezze. All’interno di questi scossoni ai nostri equilibri, prima con la pandemia e poi con la guerra, abbiamo riscoperto l’importanza di avere alcuni punti di riferimento, per non lasciarci prendere da un senso di smarrimento. Quello che viviamo è il tempo di orientarsi, il tempo di ritrovare le coordinate. In questo scenario giocano un ruolo determinante i media, con il loro senso di responsabilità nel contribuire a fornire strumenti per orientarsi con criteri rigorosi, rispetto alle mille sirene del disorientamento, perché oggi abbiamo bisogno più che mai di indirizzi e di chiarezza. Per questo sono felice che quest’anno, oltre al patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti (alcuni incontri costituiranno crediti formativi, ndr), abbiamo anche la collaborazione del Master di Giornalismo, quindi con quelli che saranno i giornalisti di domani».
Come negli scorsi anni il Festival avrà tre palcoscenici diversi per tipologia, allestimenti e capienza, e per ogni incontro sarà prevista la figura di un giornalista come relatore o moderatore, «perché credo – ci dice Arpellino – che serva professionalità e competenza, soprattutto nella gestione di eventi che hanno al centro il ruolo dei media».
«Rispetto al passato – prosegue Arpellino – la struttura è sempre la stessa, ma abbiamo aumentato l’offerta, anche perché intorno a noi è cambiato rapidamente il mondo e si è ampliata la forbice e l’intersezione di tutto ciò che rientra nei media. Quest’anno per esempio l’incontro più innovativo che abbiamo tratta il tema dell’intelligenza artificiale e di come possa interagire con l’uomo, mentre lo scorso anno siamo stati tra i primi a trattare il tema del metaverso, prima che esplodesse. Affrontiamo questi argomento – continua – perché credo si integrino in modo naturale con le nuove professioni giornalistiche».
«Il cambiamento che viviamo – conclude – ci dice ormai quotidianamente che esistono diversi modi di raccontare e diverse piattaforme per farlo. Noi qui le guardiamo dalle differenti declinazioni, ma siamo consapevoli che la costante è che ci sia sempre al centro di ogni cambiamento una certa professionalità nel linguaggio. Quando abbiamo iniziato, dodici anni fa, ci si chiedeva quali fossero i media nuovi e si pensava a internet. Oggi la tv dialoga con i social costantemente. Credo anche per questo giochi ancora un ruolo educativo importante e sia ancora il mezzo di comunicazione più democratico».