
Chiudere le porte all’informazione
Nel teatro delle guerre moderne, l’informazione non è più soltanto una vittima collaterale: è diventata un campo di battaglia decisivo. Nell’analisi del presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte Stefano Tallia nel suo Diario settimanale questa settimana si parla proprio del concetto di narrazione come arma strategica, capace di orientare l’opinione pubblica, destabilizzare il nemico e consolidare il potere interno.
Le guerre contemporanee si combattono non solo con armi e soldati, ma anche con notizie manipolate, verità distorte e accesso negato alle fonti indipendenti. Nel nome della sicurezza molti governi coinvolti in conflitti chiudono le porte all’informazione libera, limitando il lavoro dei giornalisti e oscurando le fonti. Un processo che mina la democrazia e il diritto dei cittadini a essere informati in modo corretto.