pasquale quaranta diversity editor
ATTUALITA'

02/06/2023

Il diversity editor, una nuova figura professionale

La professione sta cambiando, la lingua sta mutando, l’attenzione ai diritti si sta muovendo e di conseguenza, su quest’onda viva, nascono nuove figure professionali, per andare incontro alle esigenze del nostro tempo. In questo caso l’obiettivo è una sempre maggiore inclusione, a partire dal linguaggio dell’informazione.

A farsi portavoce di questa necessità è Pasquale Quaranta, giornalista, da dieci anni nel gruppo Gedi, prima a Repubblica e oggi in forza a La Stampa, che lo ha recentemente nominato Diversity Editor. «La Stampa – spiega Quaranta – ha sempre cercato di rispondere alle esigenze di creare un ponte di dialogo con lettrici e lettori, introducendo nuove figure professionali come Social Media Editor, Innovation Editor, Public Editor. Anna Masera, in particolare, ha ricoperto il ruolo di garante di lettrici e lettori. Il Diversity Editor si inserisce in questa direzione con l’obiettivo di informare senza discriminare, occupandosi di quelle differenze tra le persone – come il genere, l’identità di genere, l’orientamento sessuale, la disabilità, l’etnia, l’età, solo per citarne alcune – che sono ancora oggi oggetto di pregiudizi, e utilizzando un vocabolario e un tono appropriati. Questo è particolarmente importante in un momento come quello attuale, in cui tutti noi, me compreso, stiamo ancora imparando questa lingua viva che muta quotidianamente. Il mio sogno è avviare una Carta deontologica arcobaleno proprio a Torino, la città in cui tutto ha avuto inizio grazie al Fuori!. Questo permetterà a coloro giornaliste e giornalisti di avere linee guida chiare per evitare la diffusione di stereotipi».

Il compito del Diversity Editor de La Stampa sarà doppio: da una parte interno, con percorsi atti a sensibilizzare la redazione, dall’altra esterno, creando contenuti inclusivi, accurati e rispettosi tramite una rubrica, che a sua volta promuoverà corsi di formazione giornalistica, eventi e iniziative sui temi della diversità e dell’inclusione, con la collaborazione di associazioni, esperti ed esperte del settore contro ogni forma di luogo comune. 

Ma quali sono le qualità necessarie per ricoprire questo incarico? «Un ascolto empatico delle persone – spiega Quaranta -. Inoltre, è necessaria la curiosità, la voglia di mettersi in gioco e la capacità di accogliere critiche leali e costruttive». Questo ruolo non nasce per caso. Quaranta ha accumulato una solida esperienza di 20 anni nel giornalismo LGBTQ+. Ha fondato l’Arcigay a Salerno nel 2003, la sua città natale, e collaborato con le maggiori testate arcobaleno. Successivamente, nel suo lavoro a Repubblica, si è occupato principalmente della copertura video e sui social media per Repubblica.it e Repubblica Tv dando voce alle istanze della comunità rainbow.

Una delle fonti di ispirazione per il giornalista salernitano è stata Krissah Thompson del The Washington Post, che in un’intervista ha affermato che il giornale non rappresentava più l’America. Infatti, il 71% del personale della redazione era bianco, con una percentuale che saliva al 79% tra i dirigenti. A seguito del movimento Black Lives Matter, Thompson è diventata Managing Editor of Diversity and Inclusion, con l’obiettivo di ampliare la diversità all’interno della redazione, in modo che rispecchiasse meglio il Paese di cui il giornale si occupa.

«Analogamente – conclude Quaranta – i giornali italiani potrebbero rappresentare ancor meglio il Paese nel superiore interesse del pubblico, che ha il diritto di ricevere un’informazione accurata anche su questi argomenti. Io stesso, nonostante abbia accumulato esperienza in questo campo nel corso degli anni, commetto errori. Ma si può imparare dall’ascolto delle persone che vivono in prima persona condizioni di svantaggio. È per questo motivo che faccio appello a lettrici e lettori invitandole/i a farmi notare quali parole siano considerate oggi sbagliate o persino offensive. La rubrica del Diversity Editor è un laboratorio linguistico, un progetto in continua evoluzione che mira a promuovere una maggiore consapevolezza. Spero che alla fine si possano elaborare linee guida condivise insieme alle associazioni, agli organismi professionali e agli enti che si occupano di questi temi».

Eugenio Giannetta

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