Garbarino: «L’affluenza al voto è stata un grande segnale per il futuro del Sindacato»
Lunedì 4 dicembre si sono concluse le elezioni all’Associazione Stampa Subalpina per il rinnovo del Consiglio Direttivo, dei fiduciari e delle Segreterie provinciali, delle rappresentanti della Commissione Pari Opportunità. A essere confermata come Segretaria per i prossimi quattro anni è Silvia Garbarino, giornalista de La Stampa, con cui abbiamo tracciato un bilancio di queste elezioni, del passato, ma soprattutto del futuro.
«L’esito elettorale – dice – è assolutamente soddisfacente, non per la mia elezione ma per il segnale che è stato mandato, con il 63% di persone al voto, a conferma che i colleghi e le colleghe hanno a cuore la situazione del Sindacato nonostante tutto ciò che di brutto viene spesso detto sui sindacati in generale. Questa percentuale credo gratifichi tutti e tutte, eletti e non eletti, perché l’affluenza non può che essere un incentivo alla partecipazione per il futuro e per i prossimi quattro anni».
Il bilancio del passato è nel segno degli ostacoli, ma tanto è stato fatto: «Non è una scusa – racconta Garbarino – ma essere stata eletta il 17 dicembre del 2019 non ha portato fortuna. Dopo due mesi eravamo tutti bloccati a casa a causa del Covid. È stato un disastro lavorativo, non soltanto sanitario. Anche l’impatto sul quotidiano è stato davvero pesante, drammatico in certi casi. Da quella botta non si è ripreso nessuno nel mondo editoriale. I quotidiani vendono sempre meno, nonostante il continuo circolare di notizie, ma spesso le notizie non consentono ai giornalisti di vivere dignitosamente. Questo chiaramente a livello mondiale, non solo locale».
Dal punto di vista locale com’è la situazione? «Nonostante le contrazioni ci sono realtà solide in tutto il Piemonte, ma anche tante altre zone – e penso indistintamente alla provincia di Cuneo, all’alessandrino, all’astigiano, al novarese – che purtroppo soffrono. La nota positiva, nel negativo, è che i tagli che hanno portato a licenziamenti sono stati pochissimi e per quanto ci riguarda sono stati tutti accompagnati con la mediazione del Sindacato. Un altro tema importante è stato quello dei pre-pensionamenti, che sono stati applicati e saranno applicati nelle maggiori testate del Piemonte. La prima tornata oggettivamente ha avuto un margine di ingressi inferiore rispetto al previsto, per cui ora chiediamo garanzie e tutele; non firmeremo nessun accordo con le aziende se ai pre-pensionamenti non corrisponderà l’assunzione di altri giornalisti».
Tra le iniziative più importanti dello scorso quadriennio? «Abbiamo ricreato la Commissione Lavoro Autonomo a novembre, con una riunione molto partecipata a Torino nella quale erano presenti anche molti non iscritti che dopo la riunione hanno deciso di iscriversi. Questa per me è una delle cose più belle da ricordare in questo quadriennio, insieme alla vittoria condivisa con l’Ordine per il Bando della Regione per Ufficio stampa. Siamo stati primi a segnalare e a prendere la decisione di fare ricorso, dopodiché l’appoggio dell’Ordine, della Fnsi e di chi ci ha sostenuto è stato fondamentale. La vittoria al Consiglio di Stato è stata una grande vittoria per tutta la categoria».
Per il futuro quali sono le intenzioni e i progetti? «Sicuramente dare sostanza alla Commissione Lavoro Autonomo, cercando di estenderla e farla conoscere anche nel resto della regione. L’obiettivo è far conoscere i diritti e discutere con precari e freelance non solo di equo compenso, ma anche delle linea guida per un tariffario degli uffici stampa privati, elaborato grazie a colleghi freelance che si occupano proprio di questo».
Il tema degli uffici stampa è un tema molto attuale e una battaglia non solo locale: «Certo, infatti abbiamo a cuore anche gli uffici stampa pubblici, con una battaglia nazionale per la fruibilità sindacale di chi è giornalista e svolge il compito giornalista negli enti pubblici, pur avendo – giustamente – il contratto degli enti pubblici. È bene che anche loro abbiano diritto alla fruibilità sindacale, su questo vogliamo insistere e battagliare».
E per i dipendenti, invece, quali misure ci sono in atto? «Condivido le linee della segretaria nazionale. È fondamentale aprire un confronto vero con gli editori, perché il contratto ha necessità di essere aggiornato e significa non perdere tutele, salvaguardare le azioni del passato e dare la possibilità a tanti giornalisti di poter ambire a un contratto nato in un’epoca diversa. Alcune cose devono essere fatte a livello nazionale, ma credo che qualcosa debba necessariamente partire dal locale per tracciare una linea guida cui i colleghi possano fare riferimento».