Giavelli, Luna Nuova: «Resistiamo, perché sentiamo la missione»
Continua anche per il 2024 il viaggio della Casa dei Giornalisti attraverso i giornali locali piemontesi, per raccontarne la storia, l’evoluzione, il rapporto con il territorio, con la transizione al digitale e le nuove generazioni di lettori, in una rubrica settimanale che vi accompagnerà per i prossimi venerdì in un percorso alla scoperta dell’editoria locale, vera e propria spina dorsale del pluralismo dell’informazione, a presidio della democrazia e a servizio dei cittadini. Questa è la volta di Luna Nuova.
In origine il giornale, quindicinale di pochi fogli, era venduto solo in abbonamento. Dal 1987, dopo aver esteso i propri confini dalla vicina Francia alla cintura ovest e sud di Torino, Luna Nuova diventa un settimanale, con direttore Paolo Bugnone. Il passaggio alla formula bisettimanale (martedì-venerdì) avviene nel gennaio del 1993 e dal 1º giugno 1997 il direttore è Tiziano Picco. Dal 1º marzo 2021 il direttore è Marco Giavelli che ci racconta questi primi anni di direzione.
«Oggi – racconta Giavelli – come giornalisti impiegati a tempo pieno siamo in sei, senza contare amministrativi e grafici; poi abbiamo una rete di collaboratori esterni che scrivono con periodicità variabile. Le uscite continuano a essere quelle del martedì e del venerdì con il nostro cartaceo che copre la cintura ovest e sud di Torino, Valli di Susa e Sangone, poi abbiamo l’edizione online».
Tra i momenti più difficili della direzione? «L’aumento del costo della carta nel 2022 è stato molto impattante, abbiamo aumentato il costo giornale, ma nonostante tutto resistiamo, perché sentiamo dentro la missione di portare avanti questo giornale che ha la mia età, 43 anni. Sentiamo vivo il passaggio di testimone tra generazioni, sentiamo un forte attaccamento alla maglia con il territorio, che ha tanto da dire e da raccontare, dal Tav, che da 30 anni si racconta a tante altre storie».
Giavelli inizia a scrivere subito dopo diploma, nel 1999, prima come collaboratore e poi gradualmente, grazie alla fiducia della redazione, come redattore, caporedattore e socio della cooperativa, fino a marzo 2021, quando Tiziano Picco va in pensione: «Qui ho imparato davvero a fare il giornalista, è stata una palestra professionale notevole. La teoria va sempre bene ma sul campo si impara qualcosa in più».
Tra gli altri periodi “segnanti” Giavelli cita il Covid: «Quello è stato un periodo impegnativo, particolare, abbiamo ridotto la foliazione per questione di costi e materiali, c’erano meno fatti di cronaca e tutto era incentrato sulla pandemia e sulla gestione della stessa, su come viveva il territorio quell’emergenza. In quel periodo i dati di vendita sono stati dopati, le persone erano a casa e leggevano di più per avere informazioni; è stata una piccola illusione, sembrava si fosse riacceso la voglia ma si è rispenta subito dopo. È un peccato, perché sembrava un ritorno alla lettura anche dal punto di vista sociale, con più tempo da dedicare a sé stessi, ma forse dipendeva tutto dal fatto che si trattava di una tematica nuova, che nessuno avrebbe mai creduto di vedere e raccontare».
Luna Nuova è una Cooperativa di giornalisti: «Siamo editori puri, siamo indipendenti, facciamo solo quello e siamo editori di noi stessi. Gli ultimi anni hanno visto un ridimensionamento dei fondi pubblici ma per fortuna esistono ancora. Quando se ne parla credo sia importante ribadire un concetto più alto alla base dei fondi, che è quello della tutela del pluralismo dell’informazione nelle piccole imprese e non, tanto più che i criteri di assegnazione sono rigorosi, anche se credo sia un meccanismo che andrebbe aggiornato alla luce delle nuove evoluzioni del digitale».
Il giornale tratta principalmente la cronaca, ma non solo: «Purtroppo riscontriamo che i giovani leggono molto poco ma cerchiamo, oltre alla cronaca, di differenziare i contenuti e infatti abbiamo la terza pagina, un contenitore a sé dove raccontiamo personaggi o facciamo focus su alcuni argomenti e da due anni abbiamo anche un foto contest a tema in cui invitiamo i lettori a mandarci foto del territorio: questo è un modo per raccontarlo e per far interagire lettori, giornale e social. Le foto con il maggior numero di like vincono un abbonamento semestrale al cartaceo e intervistiamo i vincitori. Inoltre abbiamo alcuni approfondimenti come “sai come è fatto” in collaborazione con aziende locali. È una rubrica per raccontare l’origine dei prodotti e catturare così l’ attenzione del pubblico, anche più giovane. Abbiamo anche la rubrica “Un caffè con…” dove di tanto in tanto facciamo la classica intervista “a cuore aperto” a qualche personaggio (politici ed ex amministratori locali soprattutto) che per la sua storia, vissuto ed esperienza riteniamo abbia “qualcosa da dire”. Si parla di tutto ad ampio raggio e viene fuori una pagina intera strutturata a domande botta e risposta. A livello generale invece poniamo infine l’attenzione ai temi ambientali e alla difesa dell’ambiente, che è una caratteristica storica del giornale da quando è nato».
Ogni edizione in media ha 32 o 40 pagine, il giornale partecipa a eventi del territorio e lavora a progetti per altre pubblicazioni e volumi, ma il grosso del lavoro è proprio nella doppia edizione cartacea e nel digitale: «Abbiamo il sito e come social Instagram, Facebook e Telegram, che non sono la copia l’uno dell’altro, ma hanno contenuti differenziati. Negli ultimi anni stiamo cercando anche di stimolare l’interazione tra le edizioni: dal sito e dai social postiamo aggiornamenti, notizie, lanci, breaking news, che poi approfondiamo con il cartaceo e online con i video».
Un ultimo passaggio Giavelli lo dedica al volontariato: «Da qualche tempo abbiamo iniziato una rubrica che si chiama “Gli altri”, perché abbiamo riscontrato che l’impegno sociale sta andato scemando, e così anche il volontariato vivo e attivo, con diverse associazioni che hanno chiuso o fanno fatica ad andare avanti per mancanza di persone (e a volte risorse) che si prendano la responsabilità degli altri e abbiano la volontà di raccontare le realtà del territorio realtà che fanno bene al prossimo. Questa rubrica è nata con la volontà di promuovere e rinsaldare il senso di comunità, raccontiamo la storia di associazioni che aiutano il prossimo e se ne fanno carico, per stimolare l’importanza del volontariato».