nuova provincia asti
EDITORIA

20/10/2023

La nuova provincia: «Raccontiamo il territorio delle piccole cose»

Prosegue il viaggio della Casa dei Giornalisti attraverso i giornali locali piemontesi, per raccontarne la storia, l’evoluzione, il rapporto con il territorio, con la transizione al digitale e con le nuove generazioni di lettori, in una rubrica settimanale che vi accompagnerà nel corso delle settimane alla scoperta dell’editoria locale, vera e propria spina dorsale del pluralismo dell’informazione, a presidio della democrazia e a servizio dei cittadiniQuesta è la volta de La nuova provincia di Asti.

Settant’anni e non sentirli. Questo è il fil rouge che racconta La nuova provincia di Asti, storico giornale dell’astigiano pubblicato per la prima volta il 27 settembre 1953. Settimanale e oggi anche quotidiano online, La nuova provincia è il giornale degli astigiani, il mezzo più semplice per essere informati su quello che succede ad Asti e provincia attraverso cronaca, attualità, economia, sport, cultura e spettacoli.

Il direttore da circa un anno è Fulvio Lavina, già responsabile della Redazione Asti del quotidiano La Stampa, oggi in pensione: «Nel settembre 2021 – ci racconta – sono andato in pensione da responsabile de La Stampa, sono stato un anno fermo e poi ho iniziato questa nuova avventura. Quando sono arrivato ho trovato un giornale con una sua fisionomia, nonostante siano passati 70 anni. Questo è stato e sempre sarà il giornale di Asti. Ricordo che 20 anni fa il giornale usciva il martedì pomeriggio e c’era la coda delle persone che aspettava l’uscita fuori dalle edicole. Quel giornale raccontava tutto ciò che accadeva in città. Oggi i tempi sono cambiati, questo lavoro di racconto quotidiano e megafono lo fanno di più i social, ma questo resta lo spirito del giornale della città che racconta la città. Quello che ho portato è stata la mia esperienza, puntando più su certi temi piuttosto che altri, ma mantenendo sempre anche il racconto delle cose minime, quelle ‘meno ufficiali’».

Il target è in linea con quello di altri giornali locali del territorio, ma anche La nuova provincia cerca il coinvolgimento di nuovi lettori attraverso nuove iniziative editoriali: «Fino a prima del Covid c’erano pagine mensili realizzate da un gruppo di ragazzi; questo giornale ha una tradizione in questo senso, negli anni ’60 c’era un inserto chiamato ‘Intervallo’ prodotto su base volontaria da ragazzi e ragazze delle scuole superiori, poi si è interrotta la pubblicazione e anni dopo è ripresa l’operazione solo come pagina social, poi sospesa con il Covid. Adesso invece portiamo avanti una serie di attività per legarci al mondo della scuola, sia parlando agli studenti sia coinvolgendoli in diverse iniziative. Un altro tentativo lo facciamo cercando di passare attraverso i social e il sito, ma anche con alcuni contest per stimolare l’interazione e il dialogo».

«La redazione è piccola, ma sono tutte persone che hanno una grande voglia di lavorare e una grande passione per il loro lavoro; non abbiamo la possibilità di avere persone dedicate esclusivamente a social e web, ma ci si alterna con buoni risultati». In redazione i giornalisti sono 6 con Lavina, più una decina di collaboratori in provincia, «per raccontare i territori limitrofi attraverso una sezione del giornale che valorizziamo molto: si chiama ‘Terre nostre’, con una pagina dedicata a ogni zona che ci permette di essere la voce del territorio».

«Un altro punto forte di questo giornale – oltre alla cronaca – è lo sport. Il martedì diamo risultati e classifiche del fine settimana, seguendo anche lo sport giovanile e dilettantistico. Quello che credo vada potenziata, invece, è la presenza sul web. Stiamo già lavorando molto in questo senso anche facendo dirette sia sul sito che su Facebook di vari eventi che seguiamo, per poi creare una serie di video ad hoc pubblici che ci restano come archivio. Stiamo anche sviluppando il lavoro di interazione con i social per proseguire il nostro dialogo con i lettori, ma quello che – non solo per quanto riguarda noi ma tutti – credo sia ancora da capire, è come ottenere ricavi da queste attività. Questa però è la strada, così come la prosecuzione del lavoro di attenzione che poniamo al territorio, che cerca di essere la voce e di dare voce a tutti. Laddove ci è possibile il nostro intento è sempre quello di sostenere la vitta cittadina e intervenire nel dibattito, essere presenti, non solo come cronisti, ma creando una partecipazione allargata».

Quanto al digitale, stanno crescendo gli abbonamenti online, «ma non hanno ancora numeri significativi. Stiamo facendo un lavoro proprio in questa direzione, anche perché purtroppo il problema delle edicole chiuse c’è. Asti ha 117 comuni, su questi più di 40 non hanno un’edicola né un alimentari che venda il giornale. Si tratta di paesi da 200 o 300 abitanti e in molti di questi paesi le poste arrivano un giorno sì e uno no. Non è semplice da gestire questa situazione».

Come sono stati festeggiati i 70 anni? «Il compleanno cadeva precisamente il 27 settembre scorso. Siamo usciti il 26 con un’edizione speciale in cui abbiamo ricordato in 8 pagine la storia del giornale e della città. Le pagine sono state tutte riprodotte con la stessa grafica del primo numero e con la prima pagina del ’53. È stato un lavoro prezioso, perché abbiamo trovato la figlia e i nipoti del fondatore del giornale con cui abbiamo parlato, facendoci raccontare qualche aneddoto storico. In precedenza avevamo già fatto due iniziative: una di distribuzione di cartoline d’epoca che rappresentavano l’Asti del 1800 e una serata ad Asti musica nell’ambito di un’iniziativa con un gruppo rap astigiano, per avvicinarci al mondo dei giovani».

Eugenio Giannetta

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