pantani-giro-italia
ATTUALITA'

06/05/2023

Giorgio Viberti, il mio Giro d’Italia tra storia e cultura, folclore e tradizione

Eccolo il Giro d’Italia 2023 di ciclismo! E’ la centoseiesima edizione della Corsa Rosa, 21 tappe su e giù per la Penisola, tre anche in Piemonte, fino a domenica 28 maggio, per un totale di 3489,2 km con partenza da Fossacesia Marina, in Abruzzo, e arrivo a Roma, lungo i Fori Imperiali.

Di Giri ne ho seguiti 22 di seguito, come giornalista inviato de La Stampa, e ogni volta era la solita, entusiasmante e straordinaria avventura al seguito di una policroma e vulcanica compagnia di prosa che ogni giorno cambiava teatro e recitava a soggetto, regalando sempre nuove e inattese emozioni.

Quest’anno sono 176 i corridori al via, fra i quali solo alcuni possono ambire al successo finale: il belga Evenepoel, lo sloveno Roglic, lo statunitense Geoghegan Hart, il gallese Thomas, il portoghese Almeida, il russo Vlasov… Ma tutti potranno essere protagonisti almeno per una tappa, un giorno di gloria, una salita, una fuga, una volata, magari conquistata al fotofinish.

Noi italiani, “orfani” di Vincenzo Nibali che si è ritirato, puntiamo sul corazziere piemontese Filippo Ganna, tra i favoriti per vestirsi di rosa dopo la prima tappa a cronometro, e sul siciliano Damiano Caruso, che sogna di migliorare il secondo posto del 2021.

Al di là del risultato, però, il Giro è sempre stato e ancora sarà storia e cultura, folclore e tradizione, paradigma della vita e del giornalismo, non solo sportivo. Nessun altro sport professionistico permette ancora ai giornalisti al seguito di vivere a contatto così stretto e quotidiano con i grandi protagonisti, cioè i corridori.

Ne ricordo uno in particolare, il compianto Marco Pantani, vincitore del Giro nel 1998 (e un paio di mesi dopo anche del Tour de France). Ogni giorno al Giro il Pirata per noi giornalisti era una scoperta e una sorpresa. Arrivava al villaggio di partenza sempre fra gli ultimi e si concedeva per pochi minuti a taccuini e microfoni. Ma bisognava essere svelti e scaltri, cogliere il momento per essergli vicino il più possibile, perché Marco parlava a voce bassa e una volta sola. Così io e il mio gemello Paolo Viberti, che era inviato di Tuttosport, adottammo una strategia: ogni giorno ci sistemavamo nei punti più strategici, sia alla partenza che all’arrivo, per riuscire a raccogliere, o l’uno o l’altro, le sempre pungenti dichiarazioni di Pantani, che poi naturalmente – in un tacito patto giornalistico-familiare – ci scambiavamo per poi riportarle sui nostri rispettivi giornali.

Era l’unico modo per cogliere il pensiero e le spesso pepate esternazioni del Pirata, che altrimenti sarebbero andate perdute perché allora non c’erano internet, streaming, podcast, whatsapp o tutte le altre diavolerie telematiche che adesso supportano il nostro mestiere. I tempi sono cambiati ma ancora oggi, proprio come allora, per seguire e capire davvero un Giro d’Italia occorre viverlo dal di dentro, in mezzo al gruppo, a bordo strada, in cima alle salite, vicino ai motorhome delle squadre, nelle zone di rifornimento dei corridori, tra le ammiraglie dei team, sulla linea del traguardo, magari sotto la pioggia o la neve… Un’appassionante avventura quotidiana, certo faticosa ma inebriante… Ecco il fascino della Corsa Rosa! Buon Giro a tutti.

Giorgio Viberti

agenda

Eventi formativi

L’agenda della formazione professionale continua dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte.

Eventi istituzionali

Tutti i nostri eventi istituzionali dedicati ai giornalisti del Piemonte.

Cerca: