
Intelligenza artificiale, 8 giornalisti su 10 chiedono regole chiare
Otto giornalisti italiani su dieci concordano sulla necessità di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale generativa e di garantire trasparenza, segnalando quando viene impiegata. È solo uno dei dati contenuti nella ricerca su ‘L’intelligenza artificiale nella professione del giornalista’ presentata lunedì 3 marzo 2025, a Roma.
Frutto della collaborazione fra l’Ordine nazionale dei giornalisti e l’Università Lumsa, lo studio mette in evidenza, fra l’altro, come rimanga forte fra i giornalisti l’idea che il giornalismo debba mantenere il suo carattere investigativo e critico. Ad esempio, l’82% dei partecipanti alla rilevazione ritiene che il ‘vero’ giornalista debba basarsi su ricerche sul campo e verifica critica delle fonti.
Dall’indagine emerge poi l’interesse da parte dei giornalisti per la formazione sull’utilizzo dell’Ia, con il 70% del campione che si dichiara totalmente o molto interessato a partecipare a corsi dedicati: chiedono corsi introduttivi che colmino le lacune di base; percorsi di approfondimento sugli strumenti che la tecnologia mette a disposizione, come per l’analisi dei dati o per il fact-checking automatizzato; o, ancora, sulle implicazioni etiche dell’impiego dell’Intelligenza artificiale applicata al giornalismo.
Fra gli obiettivi della ricerca anche la valutazione del livello di familiarità con le tecnologie di Ia da parte dei giornalisti italiani, i loro atteggiamenti, i benefici e i rischi che associano all’adozione dell’Intelligenza artificiale a e le attese in termini di formazione professionale.
L’indagine è stata condotta su un campione di 972 fra pubblicisti e professionisti, principalmente fra i 43 e i 58 anni. Le regioni più rappresentate sono Lazio, Lombardia e Toscana, con una distribuzione maggiore nelle città con grandi centri editoriali, come Roma e Milano. Il testo completo è allegato di seguito.
L’intelligenza artificiale nella professione del giornalista – Febbraio 2025