Max Ferrero: «Exodos-Exit racconta come cambiano le migrazioni»
Lunedì 21 ottobre alle 19 a Palazzo Ceriana Mayneri, nella Casa dei Giornalisti, si inaugurala mostra “Exodos-Exit – Popoli in cammino”, il primo degli appuntamenti dedicati a giovani e giornalismo nella settimana che vedrà la consegna dei premi Schiavazzi, Pestelli e le giornate conclusive del Premio Morrione.
Il progetto fotografico “Exodos-Exit”, dedicato alle migrazioni, nacque nel 2017 da un’idea dell’Associazione degli ex allievi del Master di Giornalismo Giorgio Bocca di Torino sostenuta dalla Regione Piemonte.
Nel 2024 la mostra è stata rilevata dall’Ordine dei Giornalisti che la ripropone oggi con nuovi contenuti grazie alle foto di tredici fotoreporter piemontesi che nel loro percorso professionale hanno descritto il fenomeno delle migrazioni in diversi angoli del mondo. Un racconto che parte dai paesi di origine dei migranti, in contesti spesso sconosciuti al grande pubblico, per arrivare a quanto accade nei nostri confini, da Trieste alla Val Susa fino a Ventimiglia.
Ne abbiamo parlato con Max Ferrero, fotografo: «Le migrazioni – ci ha detto – continuano a modificarsi e la mostra a sua volta continua ad aggiornarsi; nella prima avevo seguito la rotta balcanica, fino alla Macedonia, questa volta invece propongo alcuni scatti del muro tra Messico e Stati Uniti. Sono altre migrazioni, ma è sempre lo stesso racconto».
Entrando nel vivo del suo lavoro Ferrero spiega: «Queste foto sono parte di un progetto durato 15 giorni, un viaggio dalla California al Texas. Con Renata Busettini abbiamo lavorato anche sui quattro anni di presidenza Trump; non su cosa ha fatto, ma sui motivi per cui un personaggio così estremo fosse stato eletto; uno dei capitoli era proprio sui migranti».
La mostra – che è stata esposta nella sua prima versione in quaranta città italiane e al Parlamento Europeo e ha ottenuto la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica– non ha l’obiettivo di indicare soluzioni politiche, ma vuole fornire a chi la visiterà strumenti di conoscenza per formarsi un’opinione libera e documentata su un fenomeno complesso che non può essere semplificato.
I tredici fotoreporter coinvolti sono: Marco Alpozzi, Renata Busettini, Simona Carnino, Mauro Donato, Max Ferrero, Mirko Isaia, Giulio Lapone, Matteo Montaldo, Giorgio Perottino, Andreja Restek, Paolo Siccardi, Stefano Stranges, Mauro Ujetto.
L’inaugurazione sarà preceduta alle 17 dal corso di formazione Immagini e migrazioni. Il racconto nella fotografia e nei video, per provare a fare il punto e costruire un dibattito su come è cambiata la rappresentazione delle migrazioni.
A questo proposito Ferrero prosegue: «Questi progetti sono sempre lunghi, costosi e purtroppo, per questi motivi, sempre meno. Ai giovani che vogliono intraprendere questo percorso dico che devono crederci, questo è l’unico consiglio che mi sento di dare, perché il giornalismo e il foto-giornalismo fatto in un certo modo è soprattutto qualcosa di etico. Ci sono alcune altre strade, ma a mio avviso non si dovrebbe mischiare per esempio il giornalismo con la ricerca artistica. Tutto sommato però sono ottimista sul futuro di questo mestiere, in fondo è quello che mi ha permesso di arrivare a quest’età».
Sui progetti futuri: «A marzo 2025 dovrebbe uscire un nuovo libro di un lavoro durato anni, tutto dedicato alle donne, con testimonianze di 18 donne con esperienze vicine alla morte, che raccontano come è cambiata la loro vita da quel momento».