
Musica da FotoCamera, il libro di Alberto Gedda: «Un’esperienza da condividere»
Il 18 settembre la presentazione alla Casa dei Giornalisti di Torino con Tallia, Mangano e Berardo
Da Fabrizio De André a Vasco Rossi, da Joan Baez a Jovanotti, da Patty Pravo a Gianmaria Testa: sono 71 i cantanti fotografati e raccontati da Alberto Gedda in Musica da FotoCamera – Storie e Immagini della Musica Live (Fusta editore, 204 pagine, 28 euro). Un viaggio tra palchi e città, tra scatti e parole che restituiscono la magia irripetibile della musica dal vivo.
Il volume sarà presentato mercoledì 18 settembre alle 18 alla Casa dei Giornalisti di corso Stati Uniti a Torino, insieme a Stefano Tallia, presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, Girolamo Mangano, giornalista ed ex inviato tra i primi a raccontare i giorni che precedettero la caduta del Muro di Berlino, e Sergio Berardo, leader dei Lou Dalfin, che regalerà al pubblico anche qualche brano dal vivo.
Il libro raccoglie fotografie scattate da Gedda, giornalista e fotografo, oggi direttore del settimanale diocesano “Corriere di Saluzzo” e in passato collaboratore di “Stampa Sera”, “La Stampa”, “Repubblica”, “l’Unità”, numerose riviste, RadioRai, SAT2000, Rai (tg scientifico “Leonardo”, magazine “Montagne”, Tgr Piemonte), in decenni di lavoro giornalistico e di passione musicale: dai festival jazz di Torino e Juan-les-Pins al “Premio Tenco” di Sanremo, dalle atmosfere vibranti di Milano e Londra al “Summer Jamboree” di Senigallia. Ogni immagine è accompagnata da un aneddoto, nato da interviste e incontri con gli artisti.
Così, tra i tanti episodi, ne emerge uno legato a Fabrizio De André, in copertina: «Gli portavo spesso ingrandimenti delle foto che gli scattavo ai concerti. Una volta, mentre presentava “Le nuvole” a Milano, mi disse che veniva a Saluzzo da un dentista famoso. Da quel giorno, da saluzzese a mia volta, ogni volta che ci incontravamo, gli chiedevo come stavano i denti», racconta Gedda sorridendo.

Un altro ricordo è quello dell’intervista a Joan Baez nel 2018, alla vigilia dell’ultimo concerto italiano: «Mi dissero che il manager non voleva che parlasse con giornalisti italiani. Io anni prima avevo collaborato con l’Unità e Furio Colombo, che era stato legato a Baez in America, mi disse di non preoccuparmi, che le avrebbe parlato lui, e mi diede il via libera. Così potei incontrarla in un momento speciale della sua carriera, unico giornalista italiano a intervistarla».
Gedda fa poi un passaggio anche sul mestiere che cambia, sottolineando quanto sia mutato il modo di fare giornalismo musicale e fotografico: «Negli anni ’80 e ’90 potevi salire sul palco per fotografare, bastava stare attento a non inciampare nei cavi. Gli artisti erano disponibili dopo i concerti. Oggi invece ci sono moltissimi filtri da superare. E c’è tanta improvvisazione, sia tra fotografi che tra giornalisti». Il mestiere, ci spiega, richiedeva impegno, tempo e cura: sviluppare negativi, stampare fotografie, scrivere articoli a macchina. «Era un lavoro – dice – che non potevi improvvisare, e che ti obbligava a un rapporto diretto, umano, con le persone che incontravi».
Il risultato è quindi ora raccolto in questo libro che, come scrive Alessandra Comazzi nella prefazione, restituisce «esperienze, sentimenti, emozioni, franchezza, freschezza e comprensione». Un long playing per immagini e parole che racconta la musica live non come semplice spettacolo, ma come esperienza da condividere, fatta di dettagli, ascolto e passione.