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23/10/2025

Inaugurata la nuova sede dell’Ordine dei Giornalisti: «Un palazzo che torna a vivere nella memoria e nella cultura piemontese»

Una giornata di memoria, di rinascita e di sguardo al futuro quella di ieri pomeriggio, mercoledì 22 ottobre, quando è stata inaugurata la nuova sede dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, trasferita dal terzo piano al piano nobile di Palazzo Ceriana-Mayneri, di fronte al Salone Toniolo.

La cerimonia, alla presenza dei familiari di Carlo Casalegno e Cesare Roccati, ha voluto coniugare il ricordo di due grandi protagonisti del giornalismo torinese con la volontà di restituire alla città un luogo simbolico della professione e della cultura.

La sala riunioni del Consiglio è stata nuovamente intitolata a Casalegno, come nella precedente sede, mentre la sala dei Presidenti porterà il nome di Roccati, con l’esposizione permanente di alcune opere del collega-pittore donate dal figlio Gigi Roccati.

«È una giornata importante per noi – ha detto il presidente dell’Ordine Stefano Talliaperché oggi apriamo le porte della nostra casa, il primo tassello del progetto di recupero complessivo del palazzo. Abbiamo lasciato il terzo piano per restituire nuova vita a questi locali, che non sono ancora esteticamente perfetti, ma che torneranno presto a splendere. Il nostro obiettivo è che il palazzo torni a splendere anche in ambito culturale, ospitando iniziative e momenti di confronto».

Tallia ha ricordato come l’Ordine guardi al futuro «senza dimenticare la propria storia». Da qui la scelta di reintitolare gli spazi a due figure simbolo del giornalismo torinese, entrambi legati a La Stampa: «Casalegno e Roccati rappresentano due modi diversi ma complementari di intendere la professione con l’impegno civile e la sensibilità culturale che devono continuare a ispirarci».

A sottolineare il valore simbolico dell’iniziativa è stato anche il vicepresidente Ezio Ercole: «Non è stato facile arrivare fin qui – ha detto – è stata una battaglia, ma questo palazzo deve tornare ad aprirsi alla cittadinanza e a essere un punto di riferimento per la cultura torinese e per i giornalisti, professionisti e pubblicisti insieme, come un’unica spina dorsale della democrazia».

Commovente il ricordo del figlio di Carlo Casalegno, che ha ripercorso i giorni drammatici del 1977, quando tre giornalisti furono feriti alle gambe e poi, pochi mesi dopo, le Brigate Rosse decisero di “alzare il tiro”. «Difendere la memoria – ha detto – è oggi più che mai un dovere, in un tempo in cui i giornalisti continuano a morire sui fronti di guerra e la verità resta spesso sotto attacco».

L’inaugurazione ha preceduto la consegna del Premio Pestelli, ospitata nel Salone Toniolo, primo appuntamento delle giornate torinesi dedicate ai giovani giornalisti.

Fotogallery a cura di Alessandro Valabrega

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