
Inaugurata la nuova sede dell’Ordine dei Giornalisti: «Un palazzo che torna a vivere nella memoria e nella cultura piemontese»
Una giornata di memoria, di rinascita e di sguardo al futuro quella di ieri pomeriggio, mercoledì 22 ottobre, quando è stata inaugurata la nuova sede dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, trasferita dal terzo piano al piano nobile di Palazzo Ceriana-Mayneri, di fronte al Salone Toniolo.
La cerimonia, alla presenza dei familiari di Carlo Casalegno e Cesare Roccati, ha voluto coniugare il ricordo di due grandi protagonisti del giornalismo torinese con la volontà di restituire alla città un luogo simbolico della professione e della cultura.

La sala riunioni del Consiglio è stata nuovamente intitolata a Casalegno, come nella precedente sede, mentre la sala dei Presidenti porterà il nome di Roccati, con l’esposizione permanente di alcune opere del collega-pittore donate dal figlio Gigi Roccati.
«È una giornata importante per noi – ha detto il presidente dell’Ordine Stefano Tallia – perché oggi apriamo le porte della nostra casa, il primo tassello del progetto di recupero complessivo del palazzo. Abbiamo lasciato il terzo piano per restituire nuova vita a questi locali, che non sono ancora esteticamente perfetti, ma che torneranno presto a splendere. Il nostro obiettivo è che il palazzo torni a splendere anche in ambito culturale, ospitando iniziative e momenti di confronto».

Tallia ha ricordato come l’Ordine guardi al futuro «senza dimenticare la propria storia». Da qui la scelta di reintitolare gli spazi a due figure simbolo del giornalismo torinese, entrambi legati a La Stampa: «Casalegno e Roccati rappresentano due modi diversi ma complementari di intendere la professione con l’impegno civile e la sensibilità culturale che devono continuare a ispirarci».
A sottolineare il valore simbolico dell’iniziativa è stato anche il vicepresidente Ezio Ercole: «Non è stato facile arrivare fin qui – ha detto – è stata una battaglia, ma questo palazzo deve tornare ad aprirsi alla cittadinanza e a essere un punto di riferimento per la cultura torinese e per i giornalisti, professionisti e pubblicisti insieme, come un’unica spina dorsale della democrazia».

Commovente il ricordo del figlio di Carlo Casalegno, che ha ripercorso i giorni drammatici del 1977, quando tre giornalisti furono feriti alle gambe e poi, pochi mesi dopo, le Brigate Rosse decisero di “alzare il tiro”. «Difendere la memoria – ha detto – è oggi più che mai un dovere, in un tempo in cui i giornalisti continuano a morire sui fronti di guerra e la verità resta spesso sotto attacco».
L’inaugurazione ha preceduto la consegna del Premio Pestelli, ospitata nel Salone Toniolo, primo appuntamento delle giornate torinesi dedicate ai giovani giornalisti.




Fotogallery a cura di Alessandro Valabrega
