
Pari Opportunità Cnog e Usigrai con Giulia giornaliste per Silvia Mari De Santis
La Commissione Pari Opportunità dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, congiuntamente alla Cpo Usigrai e Giulia Giornaliste, esprime la propria piena solidarietà a Silvia Mari De Santis, vice caporedattrice centrale dell’agenzia Dire, condannata al risarcimento danni e al pagamento delle spese legali a seguito di una vertenza giudiziaria, per aver curato l’inchiesta “Mamme coraggio”, dedicata alla violenza primaria e alla vittimizzazione secondaria nei tribunali.
L’inchiesta ha dato voce a donne vittime di violenza istituzionale, approfondendo il funzionamento dei procedimenti civili e denunciando l’uso del teorema – sconfessato dalla comunità scientifica internazionale – dell’alienazione parentale, spesso impiegato per eludere le indagini sulla violenza contro donne e minori.
Il valore di questo lavoro giornalistico è stato riconosciuto anche dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio della XVIII legislatura, che ha audito la testata Dire e inserito il fenomeno della vittimizzazione secondaria nella relazione conclusiva approvata all’unanimità. Numerose interrogazioni parlamentari e un ampio dibattito istituzionale hanno confermato il rilievo e l’impatto dell’inchiesta.
Oggi Silvia Mari De Santis si trova a fronteggiare un procedimento giudiziario per diffamazione e attacchi mirati, compreso un esposto disciplinare da parte di un’associazione a tutela degli uomini vittime di violenza, per aver svolto con rigore e coraggio il proprio lavoro di cronista.
Le Cpo con Giulia giornaliste ritengono inaccettabile che un’attività di inchiesta, fondata su fonti, riscontri e di indubbio interesse pubblico, venga ostacolata da intimidazioni e azioni ritorsive.
Il giornalismo libero e indipendente è presidio di democrazia e di diritti, e deve poter indagare senza timore di pressioni o conseguenze personali.
In questa direzione, auspichiamo che l’editore dell’agenzia Dire assuma una posizione chiara e pubblica a difesa della collega, a tutela non solo della sua professionalità, ma anche della libertà e dell’autonomia del lavoro giornalistico.
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