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EVENTI

09/06/2023

Al Passepartout i giornalisti incontrano il pubblico. Sinigaglia: «Il confronto è sempre arricchente»

Passepartout, il festival culturale della Città di Asti, compie 20 anni. A raccontare il segreto della sua longevità è il Direttore Scientifico Alberto Sinigaglia: «È rimasto fedele a sé stesso, mantenendo saldo il suo essere. Quindi di fatto non è cambiato tanto negli anni e credo sia proprio questo l’aspetto interessante». Il pubblico è rimasto infatti quello di sempre, composto da professionisti, insegnanti, giovani. «Un pubblico fedele – spiega Sinigaglia -, che cerca sempre la stessa cosa: ascolto, ragionamento e qualità. Valori che in questi anni sono stati uno dei perni della vita culturale del territorio».

Il titolo di questa speciale edizione, “Fronti”, allude all’invasione russa dell’Ucraina e alle altre guerre in corso. Inoltre, ai nuovi fronti della geopolitica e ai fronti italiani della giustizia, della legalità, della sanità, della natalità, della bioetica, dell’ambiente, dello sport, della spiritualità, della cultura, della musica, del potere: «Attraverso il tema della guerra in qualche modo abbiamo sottolineato e celebrato l’importanza degli inviati, nonché le regole del buon giornalismo, facendo ideologia e non politica. E questo vale sia nelle scelte dei temi che dei relatori», continua Sinigaglia.

«È un festival – prosegue il direttore – che fa cultura e rispetta le regole del giornalismo , che poi sono le stesse della cultura, ovvero favorire l’ascolto, il confronto, il ragionamento e l’approfondimento, fuggendo dalla superficialità della narrazione». Ed è proprio con questo presupposto che diversi eventi in programma sono stati anche scelti come eventi di formazione per i giornalisti, rivolgendosi però non solo a un pubblico di giornalisti, ma misto, cercando in questo modo un ulteriore arricchimento per la categoria proprio nel confronto.

«L’aggiornamento – dice Sinigaglia – è fondamentale per i giornalisti, perché è giusto che siano al corrente di tutto il possibile. In quanto organizzatore culturale ho pensato che tutto ciò che faccio nell’ambito dell’organizzazione culturale, quando i temi lo permettono, può diventare un’occasione per l’aggiornamento professionale. Soprattutto in queste occasioni aperte al pubblico, perché per i giornalisti è fondamentale fare un passo in più per conoscere l’opinione pubblica, capire i timori e le speranze delle persone che – come categoria – serviamo tutti i giorni. L’ascolto fa comunità e orienta al meglio l’informazione, ci porta tutti a capire un po’ meglio, a essere curiosi e percepire il sentimento e gli interessi delle persone».

Tra i temi di quest’anno di Passepartout anche la condizione femminile e il ruolo delle donne nella società. Nell’Italia in cui due giovani donne sono presidente del Consiglio e capo del maggior partito di opposizione, cresce infatti il numero di quelle che guidano università, istituti scientifici e aziende. Com’è la situazione nel giornalismo? «Ci sono state tante donne straordinarie nel giornalismo – spiega Sinigaglia – e tante ancora ce ne saranno. Stanno crescendo in numero e hanno cose meravigliose da dire, legate a una grande abilità nella scrittura».

«Il Premio D’Appello – conclude il Direttore Scientifico del festival, Alberto Sinigaglia – rilanciato proprio da Passepartout, dona ogni anno ad Asti l’incontro con dieci tra i migliori scrittori della nuova produzione letteraria. Per questa ragione e per le altre di cui abbiamo parlato, i vent’anni del festival non vanno celebrati con il bilancio di un felice passato, ma con un progetto culturale che rafforzi ulteriormente Asti e le sue giuste aspirazioni».

Eugenio Giannetta

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