Premio giornalistico Natale Ucsi, 30 anni di buone notizie
Raccontare il bene, veicolare la solidarietà, impegnarsi sul campo: il premio Natale Ucsi dal 1994 promuove la comunicazione sociale portata avanti con passione e concretezza, impreziosendo l’edizione del trentennale con il riconoscimento speciale “Giornalisti e società” conferito al cardinale Gianfranco Ravasi.
La cerimonia è stata aperta dal sindaco di Verona, Damiano Tommasi, che ha esortato a ritrovare la giusta misura in un panorama dove la comunicazione è dilagante, dunque di frequente senza filtri rispetto a volgarità e falsità: «Siamo nell’era del click, il che fa spesso passare in secondo piano le notizie edificanti, buone; ci manca il silenzio, per riflettere, per elaborare risposte ponderate e non “di pancia”, per creare, anche a livello politico, un dialogo educato. Ritengo che questo di Ucsi Verona si possa definire un premio alla responsabilità, che esercita anche chi ha una penna in mano, una tastiera sotto le dita».
Stefano Filippi, presidente Ucsi Verona, sezione promotrice del premio, ha posto l’accento sulla ricorrenza e sulle persone che hanno ideato e cresciuto l’iniziativa: «Il 2024 rappresenta un anniversario per noi molto importante, felici di essere riusciti a mantenere immutati, edizione dopo edizione, i princìpi ispiratori dei giornalisti dell’Ucsi veronese che diedero corpo al premio, tra cui Giuseppe Faccincani, al quale è intitolato e di cui l’anno scorso abbiamo ricordato il centenario della nascita. Un ulteriore ricordo va a don Bruno Cescon, mancato lo scorso anno, al socio Carlo Caporal e al collega Riccardo Bonacina di “Vita”, premiato nel 2012, di cui voglio citare una frase: “Siamo regalo gli uni agli altri”. Vero: siamo un dono reciproco, se c’è un dono, c’è un donatore. Il nostro riconoscimento ha dato voce ad un’Italia reale, ha fatto conoscere storie di gratuità e condivisione e continua ad incoraggiare i giornalisti che raccontano il bene».
Lo spessore e le possibilità di azione della professione sono state asseverate da Gianluca Amadori, componente Comitato Esecutivo Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti,: «In tutti gli incontri e interventi fin da quando rivestivo l’incarico di presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto, ho sempre ribadito che il giornalismo continua ad avere un futuro anche nell’epoca della disintermediazione imposta dalla Rete, nonostante non abbia più il “monopolio” delle notizie, ma sia diventato uno dei tanti soggetti che si occupano di informazione.
Affinché il ruolo del giornalista possa restare centrale, decisivo, è necessario che segua la strada della preparazione, della competenza, della serietà, del rispetto delle regole professionali. Meno gossip e meno giornalismo partigiano, meno corse a rincorrere l’emotività di “pancia” dei cittadini e più spazio dedicato ad approfondimenti e inchieste, all’analisi dei problemi in attesa di risposta».
Fondazione Cattolica è sostenitrice storica, a fianco dei premi stampa/tv/radio: Paolo Bedoni, il presidente, ha valutato la portata del premio nell’ambito della comunicazione sociale, in quanto «valorizza “il bene che fa notizia”, ponendosi controcorrente ed originalmente, e dà voce a chi, con l’esempio, persegue obiettivi di solidarietà, coesione e inclusione sociale. Il Terzo Settore e tutta l’area del non profit ha vitalmente bisogno di un supporto comunicativo che i grandi mezzi di comunicazione non sempre riescono a dare. Per questo desidero esprimere agli organizzatori, a nome di Fondazione Cattolica, il più vivo apprezzamento per aver scelto anche quest’anno temi e valori nei quali ci riconosciamo pienamente».
In tempo di premiazione, ha calamitato la platea l’eloquenza del cardinale Gianfranco Ravasi, protagonista, il precedente 13 dicembre, di una lectio magistralis, ospite del vescovo di Verona Domenico Pompili, anche qui presente.
Ravasi si è detto molto contento di avere ricevuto il premio Natale Ucsi: «È un riconoscimento profondamente connesso alla mia dimensione giornalistica. Scrissi il primo articolo per il quotidiano cattolico “L’Italia” nel 1971 e da allora si è aperto un fiume di testi. L’articolo è costituito di parole, elemento incisivo e decisivo per l’essere umano, che attraverso esse definisce sé stesso e il mondo. In quanto filologo come formazione e attività di insegnamento, ho avuto sempre interesse nell’approfondire il senso delle parole». Al riguardo, Ravasi ha rievocato il “Faust” di Goethe, il quale è intento a tradurre dal greco al tedesco l’inizio del Vangelo di Giovanni, cioè la frase che per noi è “in principio era il verbo”. «L’originale greco è “logos”. Dapprima Faust usa l’espressione “das Wort”, la parola, ma non gli sembra adeguata. Quindi sceglie “der Sinn”, il significato. È ciò che si deve leggere anche nei nostri giornali: senso, non chiacchiere. Poi la traduzione si evolve ancora e il “logos” diventa “die Kraft”, la potenza. Infine, la traduzione si completa con “die Tat”, l’atto. Quindi la parola esprime senso, forza e azione. È il significato ultimo dello scrivere. Condivisi questa riflessione con Enzo Biagi e Indro Montanelli, che ebbi come amici quando abitavo a Milano, ed entrambi hanno riconosciuto che questa è la dimensione completa di un giornalista».
Per ringraziare chi gli ha assegnato il premio, il porporato ha usato la lingua ebraica, biblica, e ha detto: «Todàh, termine che con radice duplice vuol dire “io ti ringrazio” e al tempo stesso “io lodo, do onore a chi mi sta di fronte”».
I VINCITORI E LE MOTIVAZIONI – Inominativi individuati sono stati selezionati dalla giuria – composta dal presidente dell’UCSI di Verona, Stefano Filippi, dal vicepresidente Tarcisio Caltran, da soci dell’UCSI Verona, UCSI Trento e UCSI Veneto – tra le 135 candidature giunte da testate nazionali e locali, dai periodici, settimanali cattolici, emittenti TV e radio di tutta Italia.
Il riconoscimento speciale della giuria “Giornalisti e società: la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, promosso dall’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale del Triveneto (CET), viene conferito al Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e fondatore del Cortile dei Gentili, struttura del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, costituita per favorire l’incontro e il dialogo tra credenti e non credenti.
La motivazione dei giurati ne sottolinea l’infaticabile operato “al servizio dell’uomo”: “Una vita dedicata alla Bibbia, al sapere, alla comunicazione della sapienza biblica e all’approfondimento del rapporto tra fede e cultura. Il Cortile dei Gentili da lui fondato incoraggia il dialogo tra credenti e non credenti. Biblista di fama mondiale e scrittore molto letto, con la sua efficace attività divulgativa in ambito comunicativo aiuta gli uomini di oggi a incontrare la Buona Notizia”.
Il Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Stampa va a Rachele Turina della Gazzetta di Mantova per l’articolo: «Mi sono sporcato le mani, ma il tempo in carcere, il lavoro e la famiglia mi hanno ridato speranza». La rieducazione dei detenuti passa attraverso il lavoro, l’aiuto di operatori qualificati e la vicinanza dei propri cari: un’intervista profonda e partecipe che racconta la speranza per il domani, riaccesa in chi ha sbagliato e vuole riparare.
Per la sezione Stampa viene attribuita una menzione a Roberto Mazzoli, del quotidiano Avvenire. Nel suo pezzo si racconta la quotidianità di ragazzi con disabilità, delle loro famiglie e di un contesto lavorativo che accoglie attraverso l’esperienza della “Utopia di Pesaro”, iniziativa che coinvolge persone e istituzioni e che rende possibile l’inserimento sociale di persone con fragilità.
Riccardo Cavaliere, RaiNews24, si aggiudica il Premio UCSI – Fondazione Cattolica alla TV con il servizio “Neve Shalom, l’oasi di pace”. Una testimonianza eloquente in questi tempi di orrore e guerre: nel villaggio di Neve Shalom, a Gerusalemme, a convivenza tra arabi ed ebrei è realtà da anni; il servizio mostra una strada di pace già percorsa e percorribile, che diventa segnale concreto di speranza per il futuro.
Il Premio UCSI – Fondazione Cattolica alla Radio viene assegnato a Maria Luisa Merolla, per il settimanale “Inviato speciale” di Rai Radio1, in cui ha raccontato come, in una zona abbandonata della periferia di Roma, una piazza di spaccio sia stata restituita alla comunità e trasformata in luogo di aggregazione per giovani e anziani grazie all’impegno condiviso tra associazioni, cittadini e istituzioni. «Uno spazio che fa spazio» e facilita la socialità intergenerazionale: oggi vi sono un parco giochi, un campetto da basket, una biblioteca e un palco per gli spettacoli all’aperto, gestiti e curati dagli abitanti del quartiere.
La Targa Athesis del Gruppo Editoriale Athesis, dedicata a collaboratori e/o giornalisti under 30, va a Filippo Cappelli, 25 anni, studente del master in giornalismo e comunicazione multimediale dell’Università Luiss di Roma, per l’articolo «I bambini sorridono tutti nella stessa lingua» pubblicato sulla Rivista ZETA Luiss. Un appassionato ritratto di Claun il Pimpa, il clown che da sedici anni porta il sorriso ai bambini nelle zone di guerra: un raggio di luce in mezzo alla devastazione.
Roberta Ragni, giornalista della testata GreenMe, riceve il Premio speciale “Genio della Donna” della Fondazione Banca Popolare di Verona per il reportage: «Corpi che parlano: 10 donne influencer della disabilità»: dieci ritratti, dieci storie di donne che sono sfida ai pregiudizi e un’affermazione della dignità femminile, che prescinde dai canoni di bellezza e “normalità” dettati dalla moda e dalla pubblicità.